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Le due grandi B della Roma

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Il futuro della Roma di Eusebio Di Francesco nelle prossime due partite: snodo della stagione contro Bologna e Barcellona

Non c’è più tempo per fermarsi: la sosta dovuta agli impegni amichevoli delle nazionali è archiviata, per i club è l’ora di tuffarsi su un infuocato finale di stagione. Che, nel caso della Roma di Eusebio Di Francesco, vede tuttora aperti due fronti: il campionato, con la qualificazione alla prossima Champions League tutta da conquistare, e l’attuale edizione della Champions. Lì dove lo scoglio da superare ai quarti di finale è di quelli proibitivi: il Barcellona di Messi e compagni. Ma andiamo con ordine: la sensazione è quella che la Roma si giochi una parte rilevante della sua stagione già sabato con il Bologna. B come Barcellona ma anche come Bologna dunque: meglio vivere alla giornata, cerchiamo di comprenderne le ragioni.

Roma: il discorso qualificazione

Come ben sapete oramai, da questa annata la Serie A ha in dote quattro posti per l’accesso diretto alla prossima Champions League: se due di questi sono pacificamente da attribuire a Juventus e Napoli, per i restanti è bagarre. Ecco l’attuale situazione di classifica: Roma 59, Inter 55, Lazio 54, Milan 50. Di queste quattro squadre soltanto due strapperanno un pass per l’Europa dei grandi, le altre due si dovranno accontentare di un piazzamento in Europa League che nella sostanza non aderisce agli obiettivi iniziali. Il primo chiarimento alla classifica va svolto sulle due milanesi: una gara da recuperare per entrambe, proprio l’una contro l’altra, nello storico derby della Madonnina. Occasione, almeno per una tra Milan ed Inter, di recuperare altri punti alle romane. L’analisi del prossimo turno: non dovesse la Roma fare risultato pieno a Bologna, si vedrebbe rimontare d’un tratto sia da Inter che Lazio, impegnate tra le proprie mura rispettivamente contro i fanalini di coda della classifica, Verona e Benevento (entrambe già affrontate dalla Roma). Salvo clamorosi colpi di scena tre punti in arrivo per gli uomini di Spalletti ed Inzaghi, uno stop costerebbe alla Roma la perdita del vantaggio acquisito negli ultimi turni ed un compattamento della classifica potenzialmente sanguinoso.

La situazione degli scontri diretti

Con le due squadre così vicine l’una all’altra, non può essere escluso un arrivo a pari punti: anche in tal caso la Roma potrebbe pagare dazio. Senz’altro contro l’Inter: i giallorossi hanno perso lo scontro diretto dell’Olimpico e pareggiato poi a San Siro, ragion per cui in caso di stesso punteggio le regole premierebbero i nerazzurri. Con il Milan vige assoluta parità: 0-2 a San Siro, 0-2 all’Olimpico (peserà il clamoroso errore dell’ex Borini nei minuti di recupero?). Si scala dunque al terzo criterio, quello della differenza reti generale, che al momento premia la Roma (+26) sul Milan (+9). Il derby di ritorno si deve ancora disputare: all’andata l’ha spuntata la Roma con il risultato di 2-1, dovesse dunque la Lazio aggiudicarsi il secondo, anche soltanto con il vantaggio di una rete, si ritroverebbe al momento avanti per la superiorità nella differenza reti (+30). Inutile sottolineare dunque come nel derby di ritorno si giochi una fetta decisamente importante in chiave di qualificazione alla prossima Champions League: la Roma potrebbe ritrovarsi in una situazione di doppio svantaggio nei riguardi di Inter e Lazio, le sue attuali competitor, ragion per cui il discorso campionato è da considerare tutt’altro che chiuso. In altre parole, tenuto conto anche delle complessità del calendario, sono vietati passi falsi: a partire proprio dal Dall’Ara di Bologna.

Roma, poi il Barcellona

Se la grande B del Bologna è relativa all’intricato discorso Champions, quella del Barcellona – non si offenderà nessuno – è grande di suo: la sorte aveva strizzato l’occhio alla Roma nel sorteggio degli ottavi di finale, ma non ha fatto altrimenti per quanto concerne gli abbinamenti dei quarti. Lì dove gli uomini di Eusebio Di Francesco hanno beccato quella che attualmente è – con ogni probabilità – la squadra più forte del pianeta. O almeno questo dicono i fatti: sta letteralmente dominando il campionato più competitivo al mondo, con un vantaggio di undici punti sull’Atletico Madrid e ben quindici sul Real, campione in carica e fresco vincitore delle ultime due edizioni della Champions League. Lo strepitoso andamento della creatura di Valverde passa anche da altre circostante: l’agevole eliminazione del Chelsea (campione in carica della Premier League) di Antonio Conte agli ottavi di finale, i numeri del suo eccellente campionato. Migliore attacco con 74 reti all’attivo, 2.55 di media a partita per intenderci, migliore difesa con tredici reti al passivo. E questa è la grande novità portata in dote da Valverde, che rende il Barcellona qualcosa di difficilmente battibile: i blaugrana subiscono alla media di 0.44 gol a partita. Per rendere il senso del dato, il Real Madrid di Zidane ha subito venti reti in più. Quello espresso dal Barcellona è un dominio totale che, analizzato da questo prospetto e dalle statistiche appena presentate, non lascerebbe spazio ad alcun dubbio o margine per la Roma.

Roma, come se ne esce?

Non se ne esce, verrebbe da rispondere. Eppure i giallorossi non hanno il diritto ma il dovere di giocarsela: la combinazione impone di andare prima al Camp Nou, dove l’imperativo sarà inevitabilmente quello di limitare i danni, per poi tentare l’impresa in un Olimpico gremito in ogni ordine di posti. Ecco, non rimediare un passivo che porrebbe fine alla contesa potrebbe clamorosamente aprire scenari al momento non tangibili. Le carte che la Roma può giocarsi non sono da rintracciare in termini di rapidità: Manolas può tenere, ma il rischio di prendere Fazio sul tempo è ovviamente elevato ed il Barcellona sa passare centralmente. Dove invece la sfida appare meno impari è in quel di centrocampo: lì il pressing esercitato dai vari Nainggolan, Strootman e De Rossi può dare fastidio ai portatori di palla catalani. Che in effetti la portano molto meno di un tempo, ma che sempre quell’attitudine hanno: ragion per cui un pressing asfissiante potrebbe togliere qualche certezza. La difesa del Barcellona, come precedentemente descritto, si è rivelata inespugnabile nel corso di questa stagione: il 4-3-3 della Roma di Di Francesco presenta però esterni offensivi rapidi ed inventivi. Vero è che non avranno tutte queste chance, ma se riusciranno a sfruttare uno dei pochi break a disposizione, e dunque a capitalizzare una transizione, ecco come lo scenario potrebbe almeno apparire meno scontato di quanto oggi sembri. B di Bologna per tenere a distanza di sicurezza le rivali e non vedersi costretti ad un finale di campionato thriller, B di Barcellona per coltivare un sogno.