Addio De Rossi Roma: le tappe principali della sua carriera - VIDEO
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Roma, il triste addio di De Rossi. Le tappe principali della carriera – VIDEO

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La Roma e De Rossi, una storia d’amore durata 18 lunghi anni. Ecco i principali momenti della carriera del centrocampista

Primi anni ’90, Ostia. Daniele De Rossi è un ragazzino biondo che gira tra le vie della località con un pallone tra i piedi e una maglia della Roma addosso. Difficile, d’altronde, tifare un’altra squadra per un bambino nato a pochi giorni dalla vittoria del secondo scudetto. È venuto su ammirando Agostino Di Bartolomei, fiero leader di quella squadra. Col sogno di emularlo, un giorno. Quel ragazzino biondo ci è riuscito.

LA CARRIERA: GLI INIZI – Si affaccia al calcio professionistico nel 2001, quando Fabio Capello decide di farlo debuttare con la maglia della Roma nella gara di Champions contro l’Anderlecht. Nessuno avrebbe potuto immaginare che quello sarebbe stato l’inizio di una lunghissima storia d’amore. Per esordire in Serie A dovrà attendere ancora una stagione. È il 25 gennaio 2003, e la Roma è di scena a Como. Il 10 maggio dello stesso anno arriva il suo primo gol in giallorosso, che coincide con la prima da titolare. Una bomba da fuori area contro il Torino, un marchio di fabbrica negli anni d’oro di carriera. Non tardano ad arrivare i corteggiamenti delle big europee come Manchester United e Real Madrid. De Rossi non ci pensa neanche, il suo cuore è a Roma.

LA CARRIERA: LA CONSACRAZIONE – L’arrivo di Spalletti sulla panchina lo responsabilizza definitivamente. Diviene “Capitan Futuro“, e disputa qualitativamente le stagioni dal rendimento più alto. Che culminano col Mondiale vinto in Germania. Si fa espellere contro gli USA, si fa perdonare segnando uno dei cinque rigori in finale. Quando la carta d’identità recita neanche 23 anni. Il 19 agosto 2007 mette la firma nella vittoria della Roma contro l’Inter in Supercoppa Italiana. È l’occasione che fa conoscere al mondo la sua famosa vena del collo, che si gonfia in maniera quasi preoccupante dopo le esultanze. Il 2010 è l’anno della delusione. Perché per Daniele accarezzare lo Scudetto senza vederlo poi dalle parti di Trigoria è stato un colpo non indifferente. È la stagione dove il centrocampista realizza 11 gol personali: unica volta in carriera in cui arriva in doppia cifra.

LA CARRIERA: LA MATURITÀ – I primi anni di gestione americana portano più delusioni che altro. La più grande è la sconfitta nella finale di Coppa Italia nel derby contro la Lazio. Uno dei punti più bassi di tutta la storia romanista. Ma la Roma è capace a rialzarsi. Trascinata da De Rossi. Garcia rilancia la squadra e l’ambiente, e DDR torna a produrre un rendimento di una qualità invidiabile. La Roma non vince, ma si affaccia nuovamente nell’élite del calcio europeo.

LA CARRIERA: CAPITANO FIERO – Il 28 maggio 2017, Daniele De Rossi è in lacrime. Con lui milioni di romanisti sparsi per l’Italia, e non solo. È l’addio al calcio di Francesco Totti. Daniele, da tifoso, è coinvolto dalle parole del numero 10 come tutto lo stadio Olimpico. È anche il momento in cui eredita ufficialmente la fascia da capitano. Che sfoggerà fiero fino alla semifinale di Champions League col Liverpool. Match che arriva a disputare dopo la rimonta straordinaria del 10 aprile 2018 contro il Barcellona. Che porta anche la sua firma. E non poteva essere altrimenti. È il momento più alto di De Rossi con la maglia della sua Roma.

È stata una storia d’amore, quella tra De Rossi e la Roma. E come tutte le storie d’amore non sempre c’è un lieto fine. Si litiga, si fa pace, si litiga nuovamente. Ma determinati affetti non svaniranno mai. Perché Daniele ha un solo rimpianto. Quello «Di poter donare solamente una carriera alla Roma». Quella maglia l’ha baciata 615 volte. La 616° sarà l’ultima. E sarà il bacio più appassionato che mai, quello d’addio. Il 29 maggio 2017 è iniziata ufficialmente l’era storica D.T. (dopo Totti). Il 27 maggio 2019 inizierà quella D.D.R. Il dopo De Rossi. Leggasi anche Daniele De Rossi.

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