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Europa League

Roma – Lione, la difesa giallorossa è sopravvalutata?

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Roma – Lione, si riparte dal 4-2 del Parc Olympique: da dove passa la potenziale impresa degli uomini di Spalletti

RomaLione 2-4, così recita al momento l’aggregato dell’ottavo di finale più competitivo della Europa League: mala sorte di entrambe nel pescare dall’urna – dopo il Manchester United – l’avversaria più temibile della contesa. All’andata l’hanno spuntata con merito i ragazzi di Genesio: il clamoroso parziale di 3-0 inflitto ai giallorossi nel secondo tempo del Parc Olympique la racconta lunga sulle difficoltà strutturali che la tenuta difensiva della Roma sta attraversando in questo contraddittorio lasso di tempo.

DIFESA ROMA SOPRAVVALUTATA? – Le brillanti prestazioni di Federico Fazio al centro della linea difensiva giallorossa avevano fatto urlare al colpaccio di mercato: prelevato dal Tottenham per un milione di prestito oneroso ed un riscatto massimo fissato a poco più di tre milioni di euro, le cifre modiche – in relazione al tenore delle prestazioni offerte – hanno inevitabilmente convinto tutti sulla bontà dell’operazione. Poi i passaggi a vuoto contro Lazio, Napoli ed appunto Lione, puntualmente nel periodo clou della stagione della sua Roma, a riportare la platea con i piedi per terra: lo scarso utilizzo riscontrato nelle due ultime stagioni vissute tra Tottenham e Siviglia iniziava ad assumere senso, o quantomeno aiutava a trovare un equilibrio di giudizio su valutazioni di mercato recentemente espresse. Evidentemente al di sopra del reale valore: il difensore argentino ha senz’altro il suo perché ma appare consono non lasciarsi ingolosire da determinati ragionamenti.

QUESTIONE MANOLAS – L’argomentazione in tal senso è di tenore differente: classe ’91, il centrale greco è senz’altro tra i migliori elementi nel suo ruolo sul palcoscenico internazionale. A dispetto di fondamentali tecnici non propriamente eccelsi – fattore che la Roma paga oltremodo in termini di impostazione delle prime battute della manovra, considerato anche lo scarso apporto di Rudiger in tal senso – ha gran fisicità, attenzione nella marcatura, velocità sul lungo (non sul breve), tempi di recupero ed evidente presenza complessiva. Come Fazio però è venuto parzialmente meno nel momento cruciale della stagione capitolina: lasciato sul posto da Keita in occasione del 2-0 definitivo con cui la Lazio si è aggiudicata l’andata della semifinale di Coppa Italia, preso in mezzo dai tagli di Mertens e compagni nell’1-2 con cui il Napoli ha definitivamente riaperto i giochi per il secondo posto, fatto a fette nel secondo tempo di Lione dall’incedere di Lacazette. Ed allora la domanda sorge spontanea: i quaranta ed oltre milioni di euro per cui viene accostato all’Inter per la prossima stagione sono consoni al valore del calciatore? La risposta – tenuto conto anche dei parametri di mercato dei colleghi – resta orientativamente positiva. A patto che se ne conoscano in partenza alcuni limiti.

LA RISPOSTA CON IL LIONE – Il terzetto difensivo è di base completato dalle prestazioni del roccioso Antonio Rudiger: qualche esuberanza caratteriale – vedi la sciocca quanto evitabile espulsione rimediata nella superflua sfida di ritorno con il Villarreal in Europa League – ne continua a minare il rendimento, dato comunque in crescita dal suo approdo all’ombra del Colosseo fino ad oggi. Il suo sostituto Juan Jesus non offre determinate garanzie rispetto al buon collaudo che il terzetto difensivo scelto da Spalletti per la determinazione della stagione giallorossa ha sostanzialmente restituito: seconda difesa della Serie A con 25 reti incassate – alla media di 0.89 a partita – alle spalle dell’inarrivabile Juventus capolista e campione in carica. Che da ben sei stagioni centra il primato della speciale graduatoria: fattore che insindacabilmente più di ogni altro le è valso il predominio nazionale della recente era calcistica italiana. Alla Roma toccherà ritrovare tali certezze – quelle fornite dal suo pacchetto difensivo – per venire a capo della prima grande rimonta a cui è chiamata la banda Spalletti: per impostare l’inevitabile gara d’attacco e rimonta toccherà appoggiarsi su una difesa che nulla concede all’avversario. Del resto lo abbiamo visto: il Lione, quando attaccato, soffre la verve degli attaccanti giallorossi. Ha incassato due gol tra le sue mura, circostanza che può ripetersi – con numeri anche maggiori – nello scenario dell’Olimpico. Lì dove, rovescio della medaglia, avrà spazi ancor più ampi che nella gara d’andata: ed il Lione, in questi spazi, sa essere terribile. Lì toccherà alla difesa della Roma: si spera nel suo vestito migliore e non in quello delle ultime tremolanti uscite.

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