Sarri vs. De Laurentiis, il tecnico del Napoli nel 2014: «Lavorerei gratis» - Calcio News24
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Sarri ora vuole arricchirsi, ma tre anni fa disse: «Farei questo lavoro gratis»

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Sarri vs. De Laurentiis, polemica sull’ingaggio dopo le parole del tecnico. Nel 2014, quando era ancora all’Empoli, però l’allenatore toscano la pensava diversamente…

La recentissima polemica tra il presidente Aurelio De Laurentiis e l’allenatore Maurizio Sarri in casa Napoli può dirsi tutto, meno che chiusa: le parole del tecnico toscano ieri, che hanno provato a smorzare i toni dopo quelle ben più forti del numero uno azzurro (Napoli, De Laurentiis: «Sarri vuole un top club? Ce lo porto io, ma abbia rispetto») di fatto non chiudono del tutto una diatriba di cui probabilmente sentiremo ancora parlare per un po’. A far scattare l’eco delle polemiche la conferenza stampa di Sarri, l’altro giorno prima della gara col Torino, quando il tecnico azzurro aveva dichiarato di volersi arricchire col prossimo contratto. Un modo educato per chiedere un aumento di ingaggio? In molti l’hanno vista così, anche se proprio ieri Sarri ha spiegato di volersi sì arricchire, ma presumibilmente dopo l’esperienza azzurra, in Cina o negli Emirati Arabi, per ripagare la propria famiglia di anni di sacrifici. Tutto molto giusto, non fosse che l’attuale contratto di Sarri, rinnovato appena lo scorso anni, dovrebbe di per sé già superare il milione di euro netti l’anno. Certo, per le cifre del calcio attuale a certi livelli non si tratta sicuramente di numeri enormi, ma come ha sottolineato De Laurentiis forse non si tratta nemmeno di cifre alla portata di tutti… Per carità, chiedere e volere di più dalla vita è lecito ed anzi spesso dovuto, purché non si finisca per cadere in contraddizione con i propri principi (o quelli che come tali si vuole sbandierare).

Sarri nel 2014: «Farei questo lavoro gratis»

Al di là di tutto, bisogna prendere atto di quanto sia cambiata la visione della propria professione e, probabilmente, anche della vita, di Sarri che appena tre anni fa, quando era ancora l’allenatore dell’Empoli, ebbe modo di dichiarare in una intervista a La Repubblica (questa: Empoli, Sarri: «Lavorerei gratis»): «Ho lavorato in Germania, a Londra, Svizzera e Lussemburgo (come emissario della Banca Montepaschi di Siena, ndr): poi ho scelto come unico mestiere quello che avrei fatto gratis. Ho giocato, alleno da una vita, non sono qui per caso: mi chiamano ex impiegato, come se fosse una colpa aver fatto altro». A quell’epoca infatti vantava un primato per nulla invidiabile: era l’allenatore meno pagato della Serie A (a Empoli percepiva appena, si fa per dire, 300mila euro l’anno) e in molti gli chiedevano cosa ne pensasse. Sarri pareva non nutrire per nulla invidia nei confronti degli altri ed anzi si mostrava ben lieto di guadagnare comunque bene per un lavoro che amava e che non gli costava troppa fatica. Non solo, il buon Sarri rivendicava con orgoglio le proprie origini umili e comuniste, rispetto a tanti “compagni” la sua era effettivamente una posizione da gran privilegiato ed oggi lo è ancora di più. Cosa è cambiato da allora? Difficile dirlo, ma ora il “compagno” Sarri vuole arricchirsi.

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