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Serie A, Lega divisa tra diritti tv e candidature

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Mentre va in onda il bando domestico per i diritti tv della Serie A, la Lega di competenza fatica a trovare le cariche elettive

Il bando domestico per i diritti televisivi della Serie A del triennio 2018-2021 verrà pubblicato il 5 gennaio, con l’apertura delle buste prevista per il 22 dello stesso mese, dopo che l’asta precedente, in giugno, era andata deserta. Ieri la commissione di Lega ha calendarizzato il processo per la vendita: alcune società, come la Juventus e il Torino, hanno spinto per fare presto, dopo i temporeggiamenti degli ultimi tempi. D’altronde lo scenario del mercato nazionale rimane incerto, Vivendi e Mediaset stanno cercando di trovare un accordo sul contenzioso riguardante la pay tv Premium, prima dell’udienza fissata il 19 dicembre. L’advisor Infront è fiducioso e si aspetta un buon incasso dai cosiddetti OTT (Over the top): l’obiettivo resta quello di incamerare tra 900 milioni e un miliardo di euro dai diritti domestici pay. Ma le preoccupazioni non sono state spazzate via tant’è che rimane nel cassetto il piano B del canale tv della Lega, ormai dettagliato.

ELEZIONI – Ieri in Lega si è riunita anche la commissione incaricata della nomina dell’a.d. I profili sono stati scremati, in pole rimane sempre l’italo-egiziano Sami Kahale, già presidente di Procter & Gamble, ma la definizione
di un eventuale incarico è al momento congelata perché permane lo stallo sul presidente di Lega (e sui consiglieri). Come riporta “La Gazzetta dello Sport”, domani i club della Serie A tornano a riunirsi in assemblea. Rispetto all’ultima riunione non si sono registrati sostanziali passi in avanti: le società dialogano, ma non è ancora emerso il nome in grado di accendere un consenso bi-partisan. Se ne parlerà in assemblea, con la prospettiva però di arrivare all’11 dicembre, quando scadrà il commissariamento di Tavecchio e si avvicinerà l’incubo di quello di Malagò (che più di una società ritiene illegittimo). Figc sotto tutela o a nuove elezioni? «Io mi auguro che il prossimo presidente arrivi dal campo», dice Damiano Tommasi.