Siviglia, ambizione Liga: la revolucion di Monchi e Lopetegui fa sognare
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Siviglia, ambizione Liga: la revolucion di Monchi e Lopetegui fa sognare

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Il Siviglia di Monchi e Lopetegui è reduce da una grande partita al Camp Nou, e ha grandi ambizioni

Dopo la conclusione del ciclo Emery (estate 2016), che ha portato a 3 Europa League consecutive, il Siviglia ha attraversato stagioni molto discontinue con continui valzer di tecnici. Le difficoltà si sono accentuate dopo il passaggio di Monchi a Roma nel 2017, che aveva privato la società andalusa della principale mente dei propri successi.

Prima che il dirigente spagnolo tornasse a Siviglia dopo aver fallito a Roma, i biancorossi sono rimasti lontani dalla zona Champions League in due stagioni caratterizzati da diversi esoneri (si sono succeduti Berrizo, Montella, Machin e Caparros).

Al suo rientro in Spagna, Monchi ha dovuto rifondare tutto. Oltre alla mole enorme di giocatori acquistati, il dirigente iberico ha avuto il grosso merito di puntare su un Julen Lopetegui, su cui nessuno avrebbe scommesso dopo la fallimentare esperienza al Real Madrid.

Pur con qualche difficoltà intorno a metà stagione, l’annata 2019-2020 si è rivelata trionfale: quarto posto in Liga (a pari punti con l’Atletico Madrid terzo) e nuovo trionfo in Europa League. Nel corso della entusiasmante cavalcata europea, gli andalusi sono riusciti a battere Wolverhampton, Roma, Manchester United e Inter.

Oltre ai risultati ottenuti, Lopetegui ha avuto il merito di lanciare e valorizzare molti degli acquisti di Monchi. Oggi il Siviglia può contare su talenti che sul mercato assicurerebbero cifre corpose alla società. Basti pensare a Koundé, Ocampos e Jordan, giusto per citarne alcuni.

Pur avendo salutato in estate pilastri come Banega e Reguilon, sono arrivati profili interessanti e futuribili in pieno stile Monchi: tra tutti, Idrissi, Oscar Rodriguez, Acuna e il rientro di Rakitic.

In queste prime 3 giornate di Liga, il Siviglia ha ottenuto 2 vittorie e un pareggio in casa del Barcellona. Un risultato a suo modo storico. L’ultima vittoria degli andalusi al Camp Nou risale al 2002, mentre nei 17 match successivi sono arrivati appena 2 pareggi.

La reazione dei giornali iberici e degli addetti ai lavori la dice lunga sulla bontà della prestazione siviglista. El Mundo ha scritto che per il Barcellona attuale sarebbe stata un’impresa titanica battere questo Siviglia, mentre El Pais sostiene che per i blaugrana sia stata una notizia degna di nota non perdere contro gli andalusi.

Per i giocatori biancorossi c’è stato più rammarico per la mancata vittoria che non gioia per il pareggio ottenuto. Segno di come il gruppo abbia grande consapevolezza nei propri mezzi. D’altronde, lo stesso Koeman nel post match ha valorizzato il risultato ottenuto dai suoi giocatori: “Il Siviglia è un equipazo, ci ha pressato molto bene in avanti”.

Dopo estati turbolente caratterizzate da continue rivoluzioni (marchio di fabbrica di Monchi), c’è la sensazione che si stiano creando le basi per costruire qualcosa di importante e stabile nel medio-lungo periodo. Lopetegui ha quasi gli stessi calciatori dell’anno scorso, a cui sono stati aggiunti innesti che danno oltretutto molta profondità alla rosa.

C’è addirittura chi parla di titolo, qualcosa che al momento sembra onestamente esagerato. Tuttavia, per tenere alte le ambizioni della squadra, il presidente ha detto che il Siviglia si farà trovare pronto se gli altri top club dovessero fallire.

La bontà del lavoro di Monchi spicca perché in questi anni le altre big di Spagna stanno trovando difficoltà enormi nella costruzione della rosa. Il rinnovamento di Real Madrid, Barcellona e Atletico Madrid sta incontrando diversi problemi, mentre il Valencia è un caos societario con teste che saltano continuamente.

Al contrario, il Siviglia dimostra un’organizzazione e pianificazione maniacale. Sotto Monchi, gli andalusi sono tornati a essere una società estremamente competitiva.