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Torreira e la forza della Sampdoria: «Sono partiti giocatori forti, ma…»

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Lucas Torreira è il fulcro dei successi della Sampdoria: «Nazionale? Ci penso, ma per ora niente. Ramirez fondamentale per noi»

Lui è il cuore pulsante della Sampdoria, il giocatore che corre di più, quello sempre al centro del gioco. In Italia Lucas Torreira ha conquistato tutti, in Uruguay, però, sembra non conoscerlo nessuno. Durante le qualificazioni ai mondiali per il regista della Samp non c’è stata neppure una convocazione. «Vi confesso — ammette a “La Gazzetta dello Sport” — che mi aspettavo una chiamata. Quando l’impegno della nazionale si avvicinava restavo in attesa, speranzoso. Invece niente. Forse è normale, visto che dall’Uruguay sono venuto via a 17 anni». Si arrende? «Mi sembra quasi impossibile essere chiamato ora, senza che sia mai accaduto nelle qualificazioni, ma io continuo ad avere fede». Un sogno doppio, sempre legato a suo padre. «Lavora come radiocronista e segue la nazionale. Lo farà anche ai Mondiali. Sarebbe bellissimo se potesse commentare il mio esordio».

INIZI ITALIANI – Una convocazione nell’under 17 le cambiò il destino. «Vero. Quattro ragazzi del Wanderers, dove giocavo, stavano partendo per l’Italia. Io ricevetti la convocazione e il d.s. chiese al presidente di fare un biglietto in più per me». Che fine hanno fatto gli altri? «Giocano in Uruguay, io sono l’unico rimasto in Italia. Vorrei ringraziare Roberto Druda. La sua famiglia mi ha trattato come un figlio». Druda, il suo scopritore, la considera ancora un grande attaccante: «Era il mio ruolo quando sono arrivato, nella Primavera del Pescara allenata dal fratello del mister Giampaolo. Ma Oddo, spostandomi a centrocampo, mi ha cambiato la vita». A Pescara si racconta una leggenda: la moglie di Druda, lavandole la biancheria scoprì che lei nascondeva un grosso problema. «Avevo sei verruche, ma in quel momento mi allenavo spesso con la prima squadra e non volevo fermarmi, così non lo dicevo a nessuno. Però era difficile persino mettere le scarpe. Un dermatologo sistemò tutto».

FULCRO – Nelle statistiche della Lega è il blucerchiato che corre di più. Curiosamente è anche il giocatore della serie A che subisce più falli. «Forse perché noi convogliamo il gioco al centro, creando grande intensità. Io tocco molti palloni e sono rapido a spostarlo velocemente». La Samp è irresistibile in casa, dove ha sempre vinto. «Sono partiti grandi giocatori, ma ne sono arrivati altrettanto forti e conosciamo sempre di più le idee del tecnico. La rimonta con l’Atalanta è stata magnifica. Non illudiamoci però: arriva il Crotone e sarà ancora più dura. Noi contro queste squadre soffriamo molto». Uno dei nuovi acquisti è Ramirez. Era il suo idolo da ragazzino e se lo ritrova al fianco. «Incredibile. Due ragazzi di Fray Bentos alla Sampdoria. In estate mi aveva chiamato per informarsi su Genova, così ho iniziato a sperare. Poi, quando eravamo a Dublino per l’amichevole con il Manchester, mi hanno detto che Gaston sarebbe stato dei nostri. Che felicità, personalmente non l’avevo mai conosciuto, ma sapevo che era formidabile. Sa dettare i tempi, capisce quando è il momento di gettarsi in avanti e quando bisogna tener palla».