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La rinascita di Reto Ziegler, capocannoniere in Svizzera

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Anni di crescita, l’esplosione, il trasferimento importante, la parabola discendente: ora è un nuovo Reto Ziegler, il capocannoniere del campionato elvetico

Stagione 2009/2010, l’Inter di José Mourinho è la squadra più forte d’Europa, la Roma è ancora una volta la seconda in classifica rimontata nelle ultime giornate, terzo c’è il Milan e al quarto posto c’era una meravigliosa Sampdoria, autrice di una stagione assolutamente da urlo. CassanoPazzini erano i protagonisti in avanti a suon di gol, ma dietro in una delle retroguardie più solide d’Europa in quell’anno, la differenza la faceva soprattutto Reto Ziegler, che componeva un quartetto forse irripetibile con GastaldelloLucchiniZauri.

LA PARABOLA – Dopo quella stagione lo svizzero rimase al Doria che incappò in una stagione assurda culminata con la retrocessione in Serie B, Reto Ziegler però fu uno dei più positivi della squadra e dopo la discesa nel calcio cadetto le strade si separarono. Andò a Torino alla Juventus, lo volle fortemente il suo maestro Delneri, colui che l’aveva forgiato in blucerchiato e reso uno dei terzini più interessanti in Italia. I bianconeri però cambiarono allenatore, affidandosi ad Antonio Conte e da subito i rapporti tra i due non furono idilliaci, tanto che Ziegler non vedrà mai il campo da giocatore della Juventus: seguono 4 stagioni in pestito fra Fenerbahçe (in due prestiti separati, ndr.), Lokomotiv Mosca e Sassuolo, esperienze non troppo fortunate.

LA RINASCITA – Fino alla scadenza del suo contratto coi bianconeri nel 2014 e alla sua firma col Sion nel febbraio 2015: il contratto iniziale era di 6 mesi ma dopo la buona prima impressione, l’ex blucerchiato firma un biennale, e in Svizzera Ziegler cambia il suo ruolo: non è più un terzino di spinta ma un difensore centrale, col vizio del gol. Sono infatti già 8 i timbri stagionali per lui. È il capocannoniere del campionato svizzero, rigorista della squadra con 4 penalty realizzati e altre chicche lanciate dal suo piede mancino rimasto sempre piuttosto educato: tiri da fuori, colpi di testa e ovviamente il marchio di fabbrica, il calcio di punizione. A 30 anni Reto Ziegler è rinato, un giocatore che forse avrebbe meritato di più nella sua carriera.