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Da Biglia a Kalinic, da Calhanoglu a Kessié: adesso iniziamo a ragionare…

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La prestazione di Cagliari fa ben sperare Rino Gattuso: finalmente i nuovi acquisti iniziano ad ingranare

Serviva l’arrivo in panchina di Rino Gattuso per dare una svegliata ai nuovi acquisti del Milan? Qualcuno potrebbe rispondere che c’è voluto il giusto rodaggio, la ricerca di un’alchimia che non s’inventa, ma si acquisisce in campo, giorno dopo giorno e partita dopo partita. Fatto sta che nella vittoria di Cagliari a meritare gli elogi dei tifosi sono soprattutto i nuovi acquisti. Ad esclusione di Ricardo Rodriguez, espulso e fuori fase per buona parte del match, sugli scudi ci sono infatti i tanto vituperati acquisti di Massimiliano Mirabelli.

Diamo a Max quel che è di Max, dunque. Leonardo Bonucci è tornato Bonucci da diverse settimane a questa parte, trovando anche il gol nella partita prima della sosta contro il Crotone. Ma non c’è dubbio che Lucas Biglia sia un giocatore diverso da quello molle visto in campo durante la gestione Montella. L’argentino lotta, recupera palloni, detta i tempi: non è lontano dalla forma migliore, fisica e mentale.

Vogliamo poi parlare di Franck Kessié? L’ivoriano nel primo tempo ha spezzato in due la partita, dimostrando che il centrocampista acquistato dall’Atalanta in estate è ancora lui. Due gol che valgono tre punti, ma soprattutto tanto predominio in tutte le zone del campo unito ad una qualità tecnica invidiabile. Questo sì che è Kessié.

In avanti le gioie non mancano, per quanto ci voglia un po’ di buona volontà a vedere il bicchiere mezzo pieno. Perché è vero che Calhanoglu deve ancora farci vedere il meglio del suo repertorio, ma dal derby di Coppa Italia in avanti la sua è stata una continua crescita. Un apporto determinante sia in fase di ripiego che quando si tratta di gestire il pallone: manca l’ultimo step, qualità negli ultimi 20 metri.

E poi lui: Nikola Kalinic. Il giocatore meno amato dai tifosi. Perché? Il peccato originale è quello di essere stato il prescelto di Montella, non nascondiamolo. Ma è altrettanto vero che il croato non ruba la scena, non è il bomber che punisce alla prima (e a volte neanche alla seconda) occasione. Ma diamo atto a Kalinic del suo essere – senza battute da social – attaccante funzionale per la squadra. Un rigore procurato e un assist: nel successo del Milan il suo zampino è evidente. Non sarà il centravanti del secolo, ma neanche così da buttare. Serve pazienza, dunque. E lasciare fare a Gattuso, che a poco a poco questo Milan sta rianimandolo. E non era così scontato