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Buon compleanno a… Hulk

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Hulk

Oggi è il compleanno di Hulk, la storia dell’attaccante brasiliano il cui soprannome è ispirato proprio al personaggio della Marvel per somiglianza fisica

Oggi Hulk compie 37 anni. E proprio come il personaggio al quale si ispira per somiglianza con l’attore Lou Ferrigno, c’è qualcosa di incredibile in lui, come recitava la serie tv dal titolo. Magari il suo aspetto così fumettistico può anche averne condizionato la carriera, soprattutto agli occhi di chi guarda, che di volta in volta avranno considerato macroscopiche o ingigantite le sue gesta. Sta di fatto che, per quanto la durata del percorso, non c’è che da applaudirlo a scena aperta nel vederlo ancora bello in forma con il suo Atletico Mineiro. Squadra che non sta facendo una grandissima prima parte di campionato, è stagnante in un centro-classifica anonimo, fatica a trovare continuità di prestazioni. Se non ci fosse lui, però, miglior bomber del club con 6 reti su un totale di 18 la situazione sarebbe ben peggiore. Peraltro, agli ottavi di Copa Libertadores la squadra c’è arrivata e fra una settimana ci sarà il primo atto di un derby brasiliano che propone il tabellone agli ottavi di finale, con Hulk a provare ad eliminare il Palmeiras del giovane Endrick, futura stella del Real Madrid. Tra di loro ci passano 20 anni di differenza e un bel po’ di massa muscolare, meriterà stare svegli per dare un’occhiata a un confronto tra super-eroi di diversa taglia.

Recentemente, l’esperto bomber ha mostrato un concentrato di tutti i suoi pregi e dei suoi difetti (chi non ne ha alzi la mano) in occasione di Atletico Mineiro-America. La rete del 2-0 per i suoi l’ha segnata con uno scatto da ragazzino, che ha percepito immediatamente l’errore d’impostazione della difesa avversaria, ha intercettato un pallone molto prima dell’area di rigore e l’ha portato a tu per tu con il portiere resistendo alla carica dell’avversario, con una capacità di mettere il corpo a protezione che solo un giocatore esperto può avere in quella maniera. Quanto al tocco indirizzato all’angolino, stiamo comunque parlando di un nazionale verde-oro (e attenzione: ultima gara giocata per le qualificazioni per il Qatar, non una vita fa).

Poi, al minuto 98, è riuscito a prendersi il secondo giallo della sfida. Quasi a ricordarsi che anche a Hulk girano, soprattutto a quello in carne e ossa, l’altro la temperie di una partita non sa cosa sia, ha altre faccende da sbrigare.

Sebbene il calcio abbia riservato altri prototipi di giocatori abnormi, per lui – per la sua fama planetaria – hanno inciso una serie di fattori. Ne elenchiamo alcuni, non necessariamente i più importanti.

1) Appare più grande di quel che è. É la proporzione dei 90 chili su 180 centimetri a colpire. Una struttura fisica non certo tipica per un attaccante brasiliano. Dove, al di là della Seleçao, lui non si è praticamente mai visto se non in questo spezzone finale di una carriera trascorsa tra Giappone, Portogallo, Russia e Cina.

2) «Sarà perché corre tanto durante la partita? Quest’uomo è una macchina in campo»: è il messaggio che recentemente il suo club ha postato mostrando come in un match l’atleta avesse perso quasi chili di peso. Ecco, se essere giganti significa poter godere del lusso della pigrizia, il suo è un caso opposto e questo le rende interessantissimo nell’evoluzione morfologica del calcio contemporaneo.

3) La potenza dei suoi tiri. A cicli ricorrenti, spunta una sua punizione folgorante. Non tutte sono bellissime, qualcuna diventa imparabile per responsabilità di chi dovrebbe neutralizzarla, ci sono traiettorie più fascinose. Ma trovarsi sulla sua direzione non è esattamente ciò che fa piacere a un avversario.

4) É un personaggio con tratti speciali. Come Hulk, per l’appunto. Per dire, ad un certo punto si è comprato un jet e l’ha personalizzato col suo nome. Ovviamente quello con il quale è famoso, sarebbe stato difficile scrivere per esteso Givanildo Vieira de Souza, non è così che il mondo lo conosce.