2014
Cesena, Bisoli: «Urlo? Ci metto passione»
Le parole del tecnico sulla promozione nella massima serie.
CESENA BISOLI – Pranzo al mare con la famiglia per Pierpaolo Bisoli, fresco di successo con il Cesena, che rivedremo la prossima stagione in Serie A: «Secondo me esistono due tipi di allenatori. Quelli freddi, che vivono il lavoro in maniera quasi distaccata. E poi quelli come me, che ci mettono tutta la passione, quella estrema che viene dal cuore. Ma è il modo di essere per tutta la settimana, anche gli allenamenti sono vissuti così. Se i giocatori capiscono che lavoro in questo modo per il loro bene allora non c’è nessun problema. Anzi: io non lo faccio per vincere a tutti i costi ma per migliorare il materiale umano e tecnico a disposizione. Sai che soddisfazione crescere un calciatore e portarlo magari dalla Promozione alla A… Io sono partito dal basso e non lo dimentico. Posso dire che con giocatori del calibro di Diamanti o Di Vaio avevo un rapporto splendido. Perché avevano capito», ha dichiarato il tecnico ai microfoni del “Corriere dello Sport”.
LA FORZA DEL GRUPPO – Bisoli ha confessato tutta la sua gioia per la promozione, un obiettivo che non era stato fissato ad inizio stagione: «Probabilmente è la soddisfazione più importante. Abbiamo fatto un miracolo. O capolavoro, fate voi. Eravamo partiti con altri propositi, tra mille sacrifici per raggiungere l’iscrizione al campionato. Dovevamo salvarci e far crescere i giovani. E invece l’escalation compiuta mi riempie d’orgoglio. Sia nei momenti di difficoltà che di euforia non abbiamo mai perso la concentrazione. Cosa rispondo a chi dice che non offro un buon calcio? Vorrei chiedergli come è possibile restare sempre in alto senza un attaccante da 20 o più gol. Il mio miglior cannoniere ha segnato 7 reti. Significa che è andato avanti il gruppo, grazie al lavoro fatto giorno dopo giorno».
IL RAMMARICO – Infine, Bisoli ha spiegato quale “lavoro” non è riuscito a portare a termine: «Zittire le critiche nei confronti di Succi. A Latina speravo di poter andare sul 2 o 3 a zero per poterlo far entrare anche se era fermo da tanto. Non si può criticare uno come Succi, non sapete che lavoro fa per la squadra quando sta bene».