Conferenza stampa Ranieri: «Cinque partite per capire chi siamo»
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Conferenza stampa Ranieri: «Cinque partite per capire chi siamo»

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Conferenza stampa Ranieri: le parole del tecnico della Sampdoria

(Francesca Faralli, inviata a Genova) – Il tecnico della Sampdoria Claudio Ranieri è intervenuto in conferenza stampa per presentare la sfida contro il Cagliari: «È una delle squadre più in forma del campionato, sanno cosa vogliono e come ottenerlo. In casa hanno il loro pubblico. Ci aspetta una partita interessate. Lì è iniziata la mia carriera. Ho ricordi splendidi. Devo essere grato a tutta la Sardegna e alla società che mi ha accolto in quegli anni».

BALLOTTAGGI E SOLUZIONI – «A destra chi gioca? Thorsby o Ferrari. Stasera ci penserò bene. Quagliarella ha recuperato e ha fatto tutti gli allenamenti e spero che si sblocchi. Gabbiadini sta bene. Vieira ha recuperato, Linetty è un giocatore importante e sono felice che stia meglio. I ballottaggi ci sono, mi fanno felice e tengono sulla corda i ragazzi. Non possono addormentarsi sapendo di avere un compagno sul collo. Ho riflettuto sul modulo. Quello giusto lo vedremo strada facendo. La squadra mi ha dato ampie dimostrazioni di saper cambiare. So che i ragazzi mi seguono. Pochi gol su azione? Autogol non ne abbiamo ancora avuti. Sto studiando delle soluzioni per dare modo a Quagliarella di segnare».

SABBIE MOBILI – «Essere fuori dalle sabbie mobili non significa essere salvi. Siamo ancora con l’acqua alla gola. Ho un buon gruppo che lavora con entusiasmo e professionalità. Dobbiamo fare di tutto per passare un buon Natale. Cagliari per due volte, Parma che è una brutta bestia, il derby e la Juventus. Un ciclo di partite che ci dirà cosa vuol fare la Sampdoria da grande. A Lecce il Cagliari ha giocato una gara combattuta, vedendo poi com’è andata ieri contro la Fiorentina, il nostro punto è veramente importante. Fondamentale ora è non fermarci».

MERITI SAMPDORIA NON RICONOSCIUTI – «Lamentele di Marino e Gasperini? È un malcostume italiano non riconoscere i meriti altrui. Bisogna sempre giustificare il perché si perde o non si gioca bene. Fa parte della nostra cultura».