Ederson e quel ruolo da trequartista che penalizza sia lui che l'Atalanta
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Ederson e quel ruolo da trequartista che penalizza sia lui che l’Atalanta

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Le difficoltà di Ederson all’Atalanta nell’intraprendere un ruolo molto più dinamico, rispetto alle sue caratteristiche principali

Ciò che doveva sembrare l’inizio di una seconda parte di stagione tra continuità e crescita, quella di Ederson pare essere statica: sufficiente come si era visto ad inizio stagione, ma al di sotto delle aspettative causa di un riadattamento tattico che l‘Atalanta, per ottenere il meglio da lui, non ha bisogno.

Per quanto non abbia raggiunto il cosiddetto salto di qualità, dall’altra parte il giocatore brasiliano ha giocato il 62% dei match (21 disputati in campionato con la Dea) sulla trequarti: in un ruolo dove risulta macchinoso, statico dove a fatica riesce ad imporsi. Contro il Milan è stato uno dei peggiori in campo dove ha fatto grande fatica non solo a tenere palla, ma anche a costruire per Lookman e Hojlund. Ederson è un falso trequartista che per ottenere il massimo ha bisogno di essere schierato dietro a recuperare palloni e all’occorrenza staccarsi dal blocco mediano per provare a creare in fase offensiva.

Diverso invece quando la squadra è molto più chiusa e compatta a centrocampo, dove il lavoro che interpreta lui dietro le punte è più quello da “frabbro” che da pedina d’attacco, permettendogli anche di avanzare (infatti con la Lazio ha fatto una signora partita), ma il numero 13 nerazzurro è un altro giocatore: sicuramente non quel trequartista che Gasperini spera, considerando che Ederson più volte abbia sottolineato in maniera esplicita le difficoltà nell’interpretare un ruolo diverso rispetto alla mansione per cui è stato preso.