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2013

Il 2013 della Roma: i due mondi giallorossi, Garcia Babbo Natale

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L’anno solare giallorosso

SERIE A 2013 ROMA – Difficile trovare qualcosa al mondo così diverso come la prima e la seconda metà dell’anno giallorosso: dalle stalle alle stelle, da un fallimento progettuale totale alla clamorosa rincorsa alla Juventus capolista. Da sconfitte in ogni dove ad un torneo da imbattuta, da una difesa colabrodo alla migliore d’Europa: in sintesi, dalla Roma di Baldini e Zeman a quella di Rudi Garcia.

2013 PARTE PRIMA – Il disastro di quel nuovo corso americano che aveva lasciato immaginare un futuro radioso per i colori giallorossi: l’avvento con la scommessa Luis Enrique ed una Roma fuori dall’Europa, poi un’altra scommessa ancor più rischiosa con la scelta di affidare la panchina romanista ad uno Zdenek Zeman invocato a furor di popolo. Soltanto qualche mese di fiducia al boemo, poi il traghettatore Andreazzoli e quella macchia della finale di Coppa Italia persa contro i rivali cittadini della Lazio: 26 maggio 2013, con ogni probabilità uno dei punti storicamente più bassi nel rapporto tra la squadra ed una tifoseria che chiedeva le teste dei dirigenti ed intimava i calciatori a lasciare squadra e città. La promessa tradita, le speranze mal riposte ed una tragedia (sportiva, s’intende) che però non scalfiva un amore profondo.

2013 PARTE SECONDA – La risposta della piazza è clamorosa: subito 20.000 abbonamenti in apertura di campagna come a voler marchiare con il sangue un legame indelebile. Qualsiasi Roma sarà noi ci saremo. Ed allora dopo due scommesse azzardate ecco che la società sceglie di legarsi ad un allenatore italiano e consolidato: Walter Mazzarri e Massimiliano Allegri nel mirino, le intenzioni sono buone ma la dirigenza non riuscirà poi a trovare gli elementi buoni per convincere i due sulla validità del progetto tecnico giallorosso. Disastro senza fine. Inevitabile a quel punto la terza scommessa consecutiva: il nome dal cilindro è quello di Rudi Garcia, un mezzo sconosciuto ex Lille. Il resto è storia nota: Roma imbattuta in campionato dopo diciassette partite, dodici vittorie e cinque pareggi, 2.41 punti di media a gara e – proprio a voler scindere l’attualità dalla storia recente – soltanto sette le reti subite e miglior difesa d’Europa.

LE AMBIZIONI GIALLOROSSE – Oggi la classifica regala alla Roma un paradossale secondo posto. I dati presentati dovrebbero tradursi nella prima piazza della Serie A ma davanti c’è una Juventus tritacarne in territorio nazionale che costringe tutti all’inseguimento. Questa Roma però ha la coscienza a posto. Ed un obiettivo: quello di ritornare direttamente nell’Europa dei grandi. Ambizione peraltro più aderente all’effettivo valore del suo organico: la squadra di Garcia difende con ordine ed incentrandosi su un Benatia in evidente delirio psicofisico, ha quantità e qualità a centrocampo ma forse ha bisogno di un centravanti di primissimo spessore: può essere Mattia Destro? Dopo aver sofferto nella passata stagione il dualismo con Osvaldo ed aver recuperato finalmente dai malanni fisici che lo hanno estromesso dai campi per alcuni mesi, sembra rispondere con ardore. Tre presenze, tre reti: con queste medie realizzative la Roma può continuare a correre. Dopo la sosta lo scontro dello Juventus Stadium: proprio considerando da dove viene questa Roma e dunque i sottili equilibri di una risalita (rinascita), mai una partita è stata – e dunque sarà – rivelatrice come Juve-Roma. Non ci resta che gustarcela.