Atalanta, Doni: «Dea favorita in finale, Gasperini come Ferguson e può vincere lo scudetto» - Calcio News 24
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Atalanta, Doni: «Dea favorita in finale, Gasperini come Ferguson e può vincere lo scudetto»

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Prima della finale di Coppa Italia di questa sera tra Atalanta e Juventus ha parlato Cristiano Doni, ex attaccante dei nerazzurri

L’ex giocatore dell’Atalanta Cristiano Doni ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera in attesa della finale tra la Dea e la Juventus. Le sue parole:

DEA PARTE AVANTI – «Il paradosso è che l’Atalanta stavolta arriva in finale da favorita contro la Juve. Loro sono una squadra piena di campioni che può far male in ogni momento, ma il livello tattico e di personalità che ha raggiunto la Dea è eccezionale. In gara secca sarà ancora più difficile con questa Juve, ma abbiamo grandissimo giocatori come Freuler e De Roon, da top club. Muriel ha qualità incredibili, senza dimenticare Zapata. Il mio preferito? Ilicic, mi fa impazzire

VOGLIA DI VINCERE – «Siamo un club glorioso ma abbiamo vinto solo una Coppa Italia negli anni 60′: c’è grande fermento in città, si respira un’aria elettrizzante. Vedo fiducia nei tifosi»

GASP E PERCASSI – «Gasperini è la chiave di tutto. È il Ferguson dell’Atalanta e credo che il matrimonio sarà ancora lunghissimo. Io ho avuto sia Percassi che Ruggeri come presidenti: diversi eccezionali, innamorati dell’Atalanta. Solo un bergamasco può capire città, tifosi e ogni sfaccettatura di questo mondo»

SCUDETTO? – «Sarà un mercato difficile per le grandi, il prossimo. E allora noi con investimenti accurati come nel recente passato potremmo fare la differenza e migliorare ancora. Senza presunzione e coi piedi ben piantati a terra ci sono i presupposti per provare il colpaccio scudetto. Già oggi ce la giochiamo con tutti e abbiamo un allenatore che è da scudetto, non ha paura di nessuno.»

MOMENTO NO JUVE – «Nella Juventus è in corso un cambio generazionale e i giovani vanno aspettati, altrimenti non hanno senso certi investimenti. Pirlo? Lo conosco bene, è un grande uomo di calcio ma è stato un azzardo affidargli subito una panchina così pesante. È comunque assurdo pensare che il mancato scudetto e la mancata qualificazione in Champions siano soprattutto colpa sua.»