Italia Austria: isolamento sul lato debole, con Chiesa (e Pessina) si può
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Italia Austria: isolamento sul lato debole, con Chiesa (e Pessina) si può – ANALISI

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Italia Austria è stata soprattutto decisa dalle sostituzioni di Mancini che hanno rivoluzionato soprattutto la catena di destra

La vittoria dell’Italia contro l’Austria è senza dubbio stata più sporca e sofferta rispetto alle precedenti tre. Merito anche dell’organizzazione tattica degli avversari, la cui aggressività e intensità ha dato del filo da torcere al palleggio azzurro. D’altronde, molti calciatori sono scuola Red Bull. Per la verità, al netto di qualche errore di troppo negli ultimi metri, la prima frazione dell’Italia era stata abbastanza incoraggiante. Dopo qualche difficoltà iniziale nel pressing, gli azzurri hanno sempre più preso campo e schiacciato i rivali. Il contropressing funzionava abbastanza bene, con ampie fasi dei primi 45′ in cui l’Austria faceva fatica ad uscire dalla trequarti.

Contro-pressing azzurro, con Acerbi e Di Lorenzo molto alti.

Purtroppo, negli ultimi metri gli azzurri non hanno dimostrato la fluidità offensiva delle precedenti partite. La catena destra in particolare è stata piuttosto deludente: Berardi è stato molto impreciso, incidendo poco e vanificando anzi alcune situazioni pericolose in cui si poteva tirare in porta. Barella si è inserito meno bene rispetto al solito e Di Lorenzo è rimasto piuttosto bloccato (pur disputando una prova solida dietro). L’Italia ha così attaccato principalmente a sinistra, sfruttando le rotazioni tra Insigne, Spinazzola e Verratti. Nonostante l’aggressività austriaca e la grande densità in zona palla che metteva su quel lato, gli azzurri sono riusciti a generare qualche pericolo, anche se poi è mancata un po’ di precisione. Da segnalare i movimenti di Insigne e Spinazzola, che spesso si invertivano di posizione: situazioni che non sempre l’Austria leggeva bene (come vedremo, il gol è arrivato proprio così).

La ripresa è stata però molto problematica, con l’Austria che – oltre ad avere rischiato poco – ha alzato sempre di più il baricentro, tant’è che l’Italia in diversi momenti era molto schiacciata. La Nazionale faticava di più a tenere palla e a resistere all’aggressività rivale. Inoltre, la fase offensiva era troppo prevedibile, con la squadra ferma: tante volte abbiamo visto Insigne e Spinazzola ricevere da fermi circondati da maglie avversarie, situazioni in cui era quasi impossibile riuscire a creare qualcosa.

Mancini cambia la partita

Per fortuna, la quantità di soluzioni dalla panchina di cui Mancini dispone è molto ampia, e ieri ha fatto la differenza. Ogni giocatore ha portato qualcosa che mancava. Locatelli, entrato al posto di Verratti, ha velocizzato di più l’azione, con diversi passaggi filtranti (tra cui quello che ha generato l’azione del gol di Chiesa). Rispetto a Verratti, il centrocampista del Sassuolo si è mosso di più senza palla con ottimi smarcamenti. L’Italia è riuscito spesso a trovarlo tra le linee. Inoltre, Belotti ha portato più fisicità contro un’Austria stanca: l’attaccante granata ha lavorato molto bene spalle alla porta, tenendo palloni preziosi e facendo ottime sponde. Pessina, invece, ha consentito di attaccare meglio l’area di rigore.

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E’ stato però l’inserimento di Chiesa ad incidere maggiormente, perché ha consentito a un’Italia spesso confusa di fare la cosa che prima di quel momento era mancata. Ossia, isolare l’esterno (Chiesa, appunto) sul lato debole, innescandolo bene e consentendogli di puntare l’uomo con il proprio piede forte. Quando viene servito in corsa in queste situazioni, l’esterno della Juve è letale, quasi impossibile da fermare per gli avversari. Basti pensare a come è arrivato il gol (e prima ancora il tiro di Chiesa su sponda di Belotti), tutte situazioni che dimostrano il contributo dei nuovi entrati.

Locatelli verticalizza molto bene per Spinazzola, trovato bene tra le linee: anche in questo caso, il romanista riceve dentro al campo, con Insigne che invece è più aperto. Dopo la ricezione di Spinazzola, che attira su di sé praticamente 3 giocatori austriaci, sono vitali i movimenti di Pessina e Belotti. Entrambi attaccano bene l’area di rigore attirando su di sé i difensori,  con Alaba (il terzino sinistro) che stringe molto verso il centro perché costretto a seguire Pessina. Di conseguenza, si crea lo spazio per Chiesa, che è liberissimo di ricevere lo splendido passaggio di Spinazzola, segnando poi con un bellissimo tiro mancino. Un’azione plasmata proprio grazie alla caratteristiche dei giocatori entrati dalla panchina.

Insomma, nonostante 90′ non particolarmente brillanti, la vittoria contro l’Austria dimostra bene la varietà di soluzioni di questa Nazionale, con tante risorse che possono incidere anche a gara in corso. Ogni giocatore ha portato caratteristiche che mancavano, e proprio queste hanno consentito all’Italia di sbloccare un match che pareva ormai bloccato. Dopo i successi agevoli delle precedenti partite, saper vincere anche una gara così fotografa bene la maturità di questa squadra, che dimostra anche più soluzioni di quanto in molti si aspettassero.