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Italia, il paese delle polemiche che insegna il Var al mondo

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A Coverciano è stato aperto il primo centro permanente per il Var: farà da scuola agli arbitri italiani, ma anche a quelli stranieri

Sembra persino strano a dirlo, visto che ad agosto – all’inizio della sua sperimentazione – nessuno sembrava volere il Var. A più riprese, diversi protagonisti si sono espressi contro lo strumento, come se esso avesse una sua coscienza e stesse interrompendo volontariamente il sacro flusso del gioco. Da Buffon ad Allegri, passando per ultimi dall’ambiente Lazio, la nuova tecnologia si è beccata diversi rimbrotti. Eppure i pareri sono soprattutto positivi e ora l’Italia si troverà nella strana situazione di fare da avanguardista in vista dei Mondiali di Russia 2018.

INNOVAZIONE – Già, perché qualunque cosa ne pensi la Uefa (che non ha il Var in Champions League, mentre c’è già per Libertadores e Mondiale per club…), la Fifa vuole portare il Var al Mondiale di Russia. E per insegnarlo al meglio al mondo, la scelta è di mettere alla cattedra proprio l’Italia. Come riporta “Il Corriere dello Sport”, a Coverciano si è aperto il primo centro permanente per la formazione Var nel mondo. Servirà come allenamento per i nostri arbitri e sarà aperto ai fischietti esteri che volessero far pratica al di là dei raduni Fifa.

SPINTA – A testare il neonato centro saranno i nostri arbitri al primo raduno del 4 gennaio. Non solo, perché Roberto Rosetti è il responsabile del progetto Var per l’Italia, ma è anche il Var Project Leader per la Fifa. Lo stesso Tavecchio si è detto molto soddisfatto: «Abbiamo competenze di qualità ed esperienza: siamo orgogliosi di metterle a disposizione del mondo». Lo conferma Rosetti: «Grazie agli arbitri per aver creduto in questo progetto: l’obiettivo è un calcio più giusto».