Jeda cuore rossoblù: «Cagliari il top della mia carriera, mi resterà sempre nel cuore» - Calcio News 24
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Jeda cuore rossoblù: «Cagliari il top della mia carriera, mi resterà sempre nel cuore»

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L’ex cagliaritano Jeda ha parlato del suo legame con la squadra rossoblù

Nel giorno in cui ufficializza il suo addio al calcio giocato, l’ex attaccante del Cagliari Jeda ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni. Ecco le parole del brasiliano.

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Come vedi il tuo futuro dopo il ritiro? 
«Stavo collaborando con il Muggiò (squadra di Promozione in cui militava, ndr) come direttore tecnico dell’accademia e ho il patentino Uefa B, continuerò nel sogno di voler allenare ma vedremo quelle che saranno le possibilità. Spero di riuscire a centrare l’obbiettivo di diventare allenatore e voglio restare nel mondo del calcio, un mondo che mi appartiene e ha fatto parte della mia vita. Al di fuori del mondo del calcio, onestamente, non saprei cosa fare»

Qual è il ricordo più bello della tua carriera?
«Tutti i passaggi della mia carriera sono stati molto belli. L’arrivo in Italia nel 2000 è grandissimo ricordo, quando ho messo piede qui per la prima volta per giocare a calcio, sono andato via dal Brasile che ero un ragazzo di 20 anni ed ero da solo ma pronto ad affrontare un’esperienza importante. Porterò nel cuore la promozione con il Palermo, la salvezza con il Cagliari e l’anno di Rimini. Ma quello a cui tengo di più è il ricordo della prima volta che sono venuto in Italia per fare la Serie A, è una bella emozione e mi sento orgoglioso»

E il ricordo più bello di Cagliari? 
«Sicuramente il Cagliari è stato il massimo della mia carriera, ho vissuto un’esperienza molto bella e indimenticabile, mi è rimasta nel cuore la squadra e i compagni. La prima salvezza è un ricordo fantastico, è stata una dimostrazione di forza, personalità e fare gruppo. Mi ricordo di Cagliari città con il pubblico e lo stadio che non dimenticherò mai. Il giorno che ho fatto il gol del 3-2 contro il Napoli (gara finita poi 3-3, ndr) ho sentito un’emozione fortissima come una fiammata di corrente che mi ha attraversato il corpo. Dopo quel gol, alla prima palla toccata dal mio ingresso in campo, ho avuto la voglia di correre per tutto il campo senza una meta»