Juventus: a Chatillon non tutto è oro quello che luccica - Calcio News 24
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2013

Juventus: a Chatillon non tutto è oro quello che luccica

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La marea di tifosi bianconeri giunri nel week end ha creato qualche disagio e un pizzico di contestazione

Non è tutto oro quello che luccica attorno alla Juventus. E ci mancherebbe. D’altronde quando i bianconeri viaggiano smuovono migliaia e migliaia di tifosi ed è logico che alcune cose durante il ritiro non funzionino al 100% e creino critiche o, come in questo caso, contestazioni. Alcune cose dipendono dalla Vecchia Signora, altre assolutamente no. Una delle cose a cui potrebbero porre rimedio i campioni d’Italia, volendo trovare il pelo nell’uovo, è la permanenza della squadra sul rettangolo verde. Antonio Conte cura nei minimi dettagli la preparazione e spesso inizia gli allenamenti in palestra facendo uscire il gruppo sul rettangolo verde con notevole ritardo rispetto alla “tabella di marcia” dei tifosi, già presenti sulle tribune da quasi un’ora e anche più. Ma non si può avere tutto nella vita e i supporters juventini, giunti come un’onda pantagruelica in Valle D’Aosta durante il week end, hanno dovuto sopportare qualche intoppo che ha creato malumore. Ma riavvolgiamo il nastro a ieri mattina.  

Ore 10: i tifosi gremiscono sugli spalti già da una mezzora circa. Il sole comincia a rendere roventi le tribune metalliche dello stadio Brunod e la squadra si fa attendere. Il comandante dei bi-campioni d’Italia decide  di iniziare la giornata al chiuso, tra gli attrezzi della palestra. I cori cominciano ad aleggiare nell’aria della Vallèe: bisogna trovare il modo di trascorrere il tempo in attesa che i beniamini escano allo scoperto. Passa un’ora e la truppa si fa desiderare. I mugugni cominciano a serpeggiare e dopo settantacinque minuti, alle 11.15, si trasformano in fischi. “Fuori, fuori, fuori” cominciano ad urlare i tifosi spazientiti. A quel punto Conte decide che è ora di ricevere il tributo dell’impianto tra il boato della folla ripagata a breve con una pioggia di autografi  a fine seduta. Ciò nonostante i commenti negativi si susseguono: “E’ una mancanza di rispetto nei nostri confronti – dice Angela di Biella, mamma di due bimbi, accompagnata dal marito Alberto -. Noi paghiamo dieci euro per assistere agli allenamenti (8 euro durante la settimana, ndr) e alla fine dobbiamo accontentarci di 45 minuti di sgambata. Una sorta di contentino. Oggi pomeriggio quasi quasi vendo  il mio biglietto e me ne sto al fresco”. D’altronde una famiglia media, tra sabato e domenica, rischia di pagare tra i 30 e i 40 euro al giorno per seguire gli allenamenti, tra i 24 e i 32 da lunedì al venerdì. “Un salasso – grida Salvatore da Genova -. E’ una vergogna. Quasi due ore sotto il sole prima di vedere poco o nulla”. Sassolini nella marea bianconera che continua ad invadere Chatillon. Nella giornata di oggi l’apice: i tifosi sono quasi raddoppiati. C’è coda in ogni dove: a cominciare dall’autostrada, all’uscita per Chatillon, agli stand del Summer Village fino davanti ai cancelli dello stadio.

Una domenica da bollino rosso, da tutto esaurito. Gli albergatori e i ristoranti si leccano le dita, ma il marasma si concentra fuori dall’impianto, in attesa di entrare. Non c’è più un biglietto nemmeno a pagarlo e la sicurezza non fa entrare i supporters se non a mezzora dall’inizio della seduta. Sia al mattino che al pomeriggio è impossibile camminare per le stradine adiacenti lo stadio: c’è gente ovunque in spazi angusti resi quasi impraticabili dalle innumerevoli bancarelle presenti  con magliette, bandiere e sciarpe di ogni tipo. “Vergogna: fateci entrare” urlano in molti. Ma questo non dipende assolutamente dalla Juve. La sicurezza è una cosa seria e le leggi vanno rispettate. I  cancelli si aprono ad orari precisi. Fa caldo a Chatillon. Un calore che aumenta se si resta ammassati come le sardine per quasi un’ora: “Siamo trattati come le bestie: gli spazi sono ristretti e non ci stiamo tutti. Non aprono i cancelli per farci entrare: che schifo!” il commento più gettonato. “E’ assurdo: facciamo tanti chilometri per venire a vedere la Juve e questo è il trattamento che ci meritiamo: vergogna!”, l’annotazione che si piazza al secondo posto dei mugugni. D’altronde nessuno è perfetto, nemmeno la Juventus che non può avere il controllo sulla massa che ogni anno riempie i ritiri e non può prevedere i disagi cercando di rendere il più agevole possibile il soggiorno dei supporters. Da Acqui Terme a Salice Terme, da Pinzolo a Bardonecchia, fino a Chatillon: non conta la destnazione. La marea bianconera ogni anno confluisce copiosa sui monti creando qualche contrattempo e qualche malumore. Ma sono solo sassolini nell’oceano.