Kolasinac, il "Rambo" dell'Atalanta: sudore e ignoranza del dolore
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Kolasinac, il “Rambo” dell’Atalanta: addestrato ad ignorare il dolore (e a sudare sempre la maglia)

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La grinta di Kolasinac nonostante il taglio durante Milan Atalanta: lo specchio di che cosa voglia dire “La Maglia Sudata Sempre”

«Sembra che lei non voglia accettare il fatto di avere di fronte un esperto in tecniche di guerriglia, un uomo che è il migliore con i recuperi, con le marcature anche con le fasciature. Un uomo addestrato ad ignorare il dolore, ad ignorare il freddo, e se ci manda i suoi uomini non si dimentichi una buona scorta di barelle» . Gian Piero Gasperini parlerebbe così immaginandosi nei panni del colonnello Trautman quando deve descrivere il suo Rambo Kolasinac: anche se il bosniaco sarebbe temuto addirittura dal soldato proveniente dall’Arizona.

Il numero 23 atalantino sta disputando una stagione da carrarmato sulla retroguardia, dove dietro ha portato stabilità esperienza e quella grinta europea che contraddistingue sempre i migliori. Già, perché non è quasi sempre una questione di talento, bensì di cattiveria e voglia di fare la differenza rispetto agli avversari, incarnando alla perfezione il concetto di essere un giocatore dell’Atalanta: fare capire all’avversario che non c’è possibilità di farla franca per quanto davanti ti possa trovare il fuoriclasse di turno, andando oltre i propri limiti se serve.

Kolasinac ieri contro il Milan ha portato una ferita lacero contusa all’arcata sopracciliare destra che lo ha portato a perdere tanto sangue. Problemi? Richiesta di essere sostituito? No, perché come Rambo con un solo braccio era riuscito ad avere la meglio sui nemici, stessa cosa ha fatto il difensore recuperando palloni, stando sempre attento in fase di marcatura e addirittura sganciandosi per dare una mano in fase di costruzione. Tutto all’insegna di quella Maglia Sudata Sempre che rappresenta l’ABC del calcio a Bergamo. Frase incarnata e tramandata ai suoi compagni di squadra, e proprio come diceva John Rambo: «In città sei tu la legge, a Bergamo sono io».