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Tutto sull’avversario del Milan: il deludente Arsenal di Wenger

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Sorteggio degli ottavi di Europa League: Arsenal in sorte al Milan di Gattuso. L’analisi complessiva dell’avversario internazionale dei rossoneri

Sarebbe potuta andare meglio: questo è certo. Considerata la lista delle sedici squadre rimaste in vita nella competizione, il Milan non ha ovviamente pescato l’avversario più abbordabile: la squadra di Gattuso dovrà vedersela con l’Arsenal di Wenger per gli ottavi di finale dell’Europa League, con l’obiettivo chiaro di accedere ai quarti e fare strada verso le ultimissime fasi della rassegna. Traguardo chiaro, sì: perché il Milan deve scendere in campo con l’assoluta consapevolezza di poter passare il turno. L’Arsenal, oltre ad essere un avversario alla portata per valore e confronto, vive una fase generale tutt’altro che rassicurante: si potrebbe dire lo stesso del Milan, ma la gestione Gattuso ha portato in dote alcuni elementi in controtendenza che – alimentati da un risultato favorevole – aggiungerebbero ulteriore fiducia al nuovo progetto.

Statistiche e risultati dell’Arsenal

Senza girarci troppo intorno: l’andamento generale della squadra di Wenger è sostanzialmente disastroso. L’attuale sesto posto in Premier League – addirittura lontano otto punti dal quarto occupato dal Chelsea, si profila dunque la seconda assenza consecutiva dalla Champions League per gli inglesi, dopo un’interminabile serie che l’aveva elevata a realtà tra le più continue a livello internazionale – non può aderire alle aspettative iniziali: quelle di un organico e di un’ambizione decisamente più alti. L’Arsenal continua a subire più della concorrenza: con un passivo di trentasei reti in ventisette gare di campionato, all’esagerata media di 1.33 gol subiti a partita (dato che spalmato sull’intero campionato di tradurrebbe in un passivo complessivo di ben cinquantuno reti), la difesa di Wenger è la peggiore tra le prime sette forze della classifica. Più in linea il dato offensivo: con cinquantuno reti all’attivo l’Arsenal vanta il quarto attacco della Premier League, alle spalle del Tottenham (52) e ben lontano da Liverpool (61) e Manchester City (79). La prima coppa nazionale – ovvero la FA Cup – ha visto i Gunners essere eliminati addirittura al terzo turno, per mano del Nottingham Forest militante in Championship, la seconda divisione inglese. Cosa può salvare la stagione? Solo in parte la finale di League Cup che domenica l’Arsenal contenderà al più quotato Manchester City, l’Europa League resta l’ancora a cui aggrapparsi: per il prestigio della competizione e perché vincerla vorrebbe dire anche accedere per via diretta alla prossima edizione della Champions League.

Arsenal, le caratteristiche: punto forte e debolezza

Anche nel corso dell’attuale stagione l’Arsenal si è confermata squadra a proiezione offensiva: fattore imposto in primis dalle caratteristiche dei calciatori, senz’altro di più alto livello nel comparto offensivo rispetto a quello difensivo. Poi c’è l’idea di calcio di cui si nutre Arsene Wenger: l’impostazione tattica è quella di un 4-2-3-1 a vocazione d’attacco, con l’obiettivo di presidiare la metà campo avversaria, di gestire il possesso palla proprio nei pressi dell’area opposta e sorprendere la linea difensiva con improvvise verticalizzazioni in salsa inglese. Il prezzo da pagare è in termini di equilibrio generale: difensori che già non brillano in termini individuali si ritrovano scoperti per larghi tratti di gara, con situazioni di inferiorità numerica che penalizzano il tutto. Mustafi e Koscielny provano a metterci una pezza ma i risultati non sorridono. Di tutt’altro tenore i valori nell’altra metà campo: Ramsey e Xhaka sono da inquadrare nell’alveo dei centrocampisti totali, capaci di abbinare le due fasi di gioco (con più successo per quella offensiva, per attitudine naturale della squadra), l’inserimento di Mkhitaryan in pianta stabile procede con discreti automatismi, Ozil è palesemente l’ago della bilancia dell’Arsenal, l’uomo deputato a tastarne polso ed umori, a gestirne i tempi e l’evoluzione nel campo. Al momento Lacazette si accende a sprazzi: nove reti in ventisei gare, il mondo Gunners si attendeva qualcosa in più dal suo approdo. Oggi è indisponibile: meglio per il Milan comunque se non dovesse essere a disposizione.

La stella (che non c’è)

Partito Sanchez in direzione Manchester (sponda United agli ordini di José Mourinho) il calciatore più forte nell’organico dell’Arsenal è oltre ogni ragionevole dubbio Pierre-Emerick Aubameyang: Wenger ha scelto di investire sessantaquattro milioni di euro pur di strapparlo alla concorrenza internazionale e garantirsene le prestazioni, remunerate per ben dieci milioni annui più bonus da riconoscere in base ai gol realizzati ed ai risultati di squadra. Ma, per fortuna del Milan e per una regola un tantino contorta imposta dalla Uefa, il fenomeno gabonese non sarà a disposizione dell’Arsenal per la fase finale dell’Europa League: il suo vecchio club, il Borussia Dortmund, è retrocesso dalla Champions alla stessa Europa League nel corso della stagione, terminando al terzo posto del girone della massima competizione internazionale per club. Ragion per cui, pur non avendo mai disputato un solo minuto in EL nel corso dell’attuale stagione, Auybameyang non potrà giocarla con la maglia dell’Arsenal in virtù della presenza in Europa League del Borussia Dortmund. Non provate ad interrogarvi: tant’è. Fatto sta che il Milan scampa il pericolo che avrebbe portato in dote l’ex di turno: attaccante che come pochi altri al mondo abbina tecnica di base a velocità d’esecuzione, difficilmente leggibile per ogni difesa grazie ad un numero di soluzioni sufficientemente ampio. Non a caso proprio il Milan lo aveva cercato nella roboante sessione estiva di calciomercato per affidargli le chiavi del proprio attacco: Aubameyang avrebbe accettato di corsa l’ipotesi rossonera, ma quando il grande ritorno appariva solo da concretizzare non se ne fece più nulla. Toccherà dunque a Mesut Ozil accendere la luce.

Milan-Arsenal, i precedenti

Innanzitutto cosa precede il calendario odierno? L’andata degli ottavi di finale si terrà nello scenario di San Siro in data 8 marzo, il ritorno – appena una settimana dopo all’Emirates Stadium. Fondamentale dunque quanto riusciranno a fare gli uomini di Gattuso nel primo atto: indirizzare il discorso tra le propria mura ed andare a difendere il passaggio del turno in terra inglese appare lo scenario migliore per i rossoneri. La storia dei precedenti tra Milan ed Arsenal sorride agli italiani: due qualificazioni ad uno è il bilancio in favore dei rossoneri. Il primo doppio confronto risale al 1995 per l’assegnazione della Supercoppa Europea, ai tempi da disputare in doppia sfida di andata e ritorno: 0-0 in Inghilterra, poi Boban e Massaro alla Scala del calcio per il 2-0 che concesse la coppa al Milan. Gli altri due precedenti sono in chiave Champions League, entrambi validi per gli ottavi di finale: nell’edizione 2007-08 a passare fu l’Arsenal, che dopo lo 0-0 di Milano trovò la qualificazione ai quarti grazie al 2-0 di Londra firmato Fabregas e Adebayor, clamoroso l’epilogo dell’ultimo doppio scontro nell’edizione 2012-13.  Il poker rifilato dal Milan all’Arsenal nella prima tornata pareva mettere al riparo la qualificazione da ogni colpo di scena, puntualmente sfiorato nella gara di ritorno: 3-0 per l’Arsenal ed occasioni finali per centrare quelli che sarebbero stati miracolosi tempi supplementari. Primo faccia a faccia invece in Europa League: magari il primo buono per siglare un gol in trasferta sul campo dell’Arsenal, circostanza mai riuscita prima ai rossoneri.