Maradona, il ricordo di chi l'ha vissuto. Piscedda: «Non lo marcavo, gli correvo dietro. Fuori dal campo era un generoso» ESCLUSIVA
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Maradona, il ricordo di chi l’ha vissuto. Piscedda: «Non lo marcavo, gli correvo dietro. Fuori dal campo era un generoso» ESCLUSIVA

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A un anno dalla morte di Diego Armando Maradona, il ricordo di chi lo ha vissuto dentro e fuori dal campo. Le parole di Massimo Piscedda

Dio non può morire. Quante volte abbiamo sentito questa frase? Per la natura imperitura di una divinità si sono mosse intere popolazioni, ispirate dal concetto inafferrabile di immortalità. Traslare il metafisico al fisico diventa spesso un paragone pesante, ma esistono le eccezioni. Anzi, l’Eccezione. Un anno fa ci lasciava Diego Armando Maradona, il pallone non sarà mai più lo stesso. Per gli appassionati del gioco più bello del mondo è il caso di scomodare la religione, almeno in questo caso. Diego non è morto, Dio non può morire.

Calcio News 24 ha interpellato chi ha avuto il piacere e l’onore di aver condiviso il campo e non con il Pibe de Oro. Tra i tantissimi, queste sono le parole di Massimo Piscedda, difensore della Lazio nel corso dei mitici anni ’80: «Io di Diego ricordo che più che marcarlo gli correvo dietro, anche se non lo prendevo mai. Era qualcosa di incredibile, impensabile anche pensare di prendergli le misure. Era bellissimo vederlo giocare e anche soddisfacente giocarci contro. Per me è stata una grande emozione. L’ho conosciuto di persona, mi ha regalato la sua maglietta. Era un bravissimo ragazzo, un generoso, e quando è venuto a mancare ha portato via qualcosa a tutti noi che amiamo questo sport».

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