Napoli, Insigne e quell'incomprensibile pallonetto - Calcio News 24
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Napoli, Insigne e quell’incomprensibile pallonetto

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Il Napoli si ferma sullo 0-0 a San Siro con l’Inter ed assiste al sorpasso della Juventus: più uno dei bianconeri, con una gara da recuperare

Si complicano a dir poco i piani scudetto del Napoli di Sarri: dopo la battuta d’arresto interna incassata dalla Roma nello scorso turno di campionato, arriva il poco incoraggiante pareggio di San Siro sul campo dell’Inter. Ora la Juventus è avanti: un punto in più in classifica, con la gara da recuperare contro l’Atalanta, tra due giorni. Dovessero i bianconeri aggiudicarsela, ecco come il divario si amplierebbe a quattro lunghezze. Certo, con lo scontro diretto da affrontare i discorsi rimarrebbero formalmente aperti, ma è altresì da riconoscere che la Juventus avrebbe scavato un solco difficile da colmare per la concorrenza, quando l’avversario è così abituato a vivere a determinati livelli. In altre parole: dopo quanto accaduto una settimana fa, dal Napoli ci si sarebbe attesi una vittoria contro un’Inter così in difficoltà sul piano della tenuta e della proposta calcistica.

Napoli vs Juventus

Invece i partenopei non sono riusciti ad imporsi sui nerazzurri e si ritrovano in una posizione di classifica scomoda e potenzialmente ancor più pesante in chiave scudetto. In una lotta punto a punto è una questione di maniacale cura dei dettagli: ci si sarebbe legittimamente potuti attendere una flessione della Juventus, rilassata dai sei scudetti consecutivi o frustrata dalla seconda finale di Champions League persa in tre anni, peraltro notevolmente indebolita in difesa dalla cessione dello storico leader Bonucci (e volendo di Dani Alves). Niente di tutto ciò: smaltito lo sbandamento iniziale, la Juventus è tornata a vestire i panni dello schiacciasassi. Quelli che indossa meglio, grazie ad una fame agonistica difficilmente rintracciabile altrove. Non si offenderà nessuno, agevolata da alcuni episodi favorevoli che le sono capitati sul cammino, quando era in piena rincorsa: nella recente gara con la Lazio, quando da una potenziale sconfitta (chiaro rigore non concesso a Leiva) si è ritrovata ad aggiudicarsi la contesa grazie al colpo finale di Dybala, in occasione della trasferta di Cagliari, con il rigore non concesso ai sardi per fallo di mani di Bernardeschi e l’azione irregolare del vantaggio bianconero, scaturita da un evidente fallo di Benatia. Episodi netti che in una contesa punto a punto si fanno sentire eccome. Di fronte alla somma di tutto ciò il Napoli sarebbe dovuto essere perfetto. É stato quasi perfetto.

Napoli, numeri clamorosi

Quel quasi potrebbe incredibilmente non bastare. Non essere sufficiente. Irragionevole da dire, ma questo è lo scenario che al momento prende forma con maggiore probabilità: il Napoli oggi ha settanta punti all’attivo e gli mancano dieci gare da disputare, per assurdo le vincesse tutte si ritroverebbe con cento punti e pure potrebbero non bastargli, perché la Juventus da qui al termine – pur perdendo lo scontro diretto con il Napoli – ne potrebbe accumulare uno in più. Ma poniamoci anche nella condizione in cui i partenopei procedano all’attuale media (eppure ha giù giocato due volte contro Lazio, Roma ed Inter, per cui calendario in discesa da ora in poi): settanta punti in ventotto gare di campionato si traduce in un andamento da 2.5 punti a partita, che spalmato sull’intero arco del torneo renderebbe un dato finale da novantacinque punti. Sì avete letto bene, il Napoli è in media novantacinque punti. E ad ora lo scenario più probabile racconta di un secondo posto. Incredibile da spiegare, eppure… Basti pensare che con 95 punti il Napoli si aggiudicherebbe nove degli ultimi dieci campionati, ad eccezione di quello vinto dalla Juve dei record, quella dei 102 punti di Conte: Serie A 2016-17 (Juventus 91 punti), Serie A 2015-16 (Juventus 91 punti), Serie A 2014-15 (Juventus 87 punti), Serie A 2013-14 (Juventus 102 punti), Serie A 2012-13 (Juventus 87 punti), Serie A 2011-12 (Juventus 84 punti), Serie A 2010-11 (Milan 82 punti), Serie A 2009-10 (Inter 82 punti), Serie A 2008-09 (Inter 84 punti), Serie A 2007-08 (Inter 85 punti).

Insigne, un pallonetto maledetto ed imperdonabile

Il passo avanti compiuto dal cosiddetto patto scudetto, ossia quel legame rinsaldato tra tutti componenti dello spogliatoio in avvio di stagione, avrebbe dovuto portare consistenti sviluppi positivi in termini di mentalità vincente. Di carattere, di voglia di vincere ad ogni costo. Ed in buona parte questo upgrade si è lasciato avvertire nella sua essenza: il Napoli ha continuato a macinare vittorie su vittorie, per nulla spaventato dall’evidente ritorno della Juventus. Che come detto non lasciava alcunché per strada. Vittorie in rimonta, o contro le cosiddette bestie nere. Di carattere e personalità, in nome di un obiettivo comune. Riportare il tricolore all’ombra del Vesuvio e raccogliere finalmente l’eredità dell’era Maradona. Per tutto quanto appena asserito ci risulta davvero di impossibile lettura quel pallonetto con cui Lorenzo Insigne ha scelto di risolvere l’azione più evidente del potenziale vantaggio partenopeo, ieri nel secondo tempo di San Siro: Mertens lo manda con il contagiri a tu per tu con Handanovic, per Insigne si profila l’opportunità di un vero e proprio rigore in movimento. Un colpo comodo per qualsiasi attaccante: in nome del patto scudetto è l’occasione per mostrare al mondo circostante la fame di un’intera squadra e spaccare – nel senso gergale del termine – la porta. Insigne invece sceglie un improbabile, inspiegabile, imperdonabile pallonetto. Esprimendo una cifra estetica tutt’altro che richiesta in quello specifico momento. Una follia, un gesto egoista che non ha senso di esistere.

Napoli e futuro

Neanche a dirlo, da quella posizione così ravvicinata, trattasi di un pallonetto pressoché impossibile: la palla va fuori, alta sulla traversa, il Napoli domina nel finale ma continuerà a sciupare. A non trovare il guizzo vincente. Di per sé complicando una lotta scudetto già resa densa di ostacoli dalla corsa della Juventus. Allo stato dell’arte esiste ancora un margine: innanzitutto gli uomini di Allegri dovranno vincere la gara di recupero con l’Atalanta per concretizzare il divario di quattro punti sul Napoli. Gap che, fosse anche effettivamente accumulato, non risulterebbe per forza di cose definitivo. C’è uno scontro diretto da disputare allo Stadium, lì dove il Napoli sarebbe inevitabilmente chiamato all’impresa, sullo sfondo un finale di Serie A del tutto favorevole alla squadra di Sarri: Juventus infatti impegnata contro Inter e Roma, che – almeno in linea teorica – potrebbero ancora essere costrette a lottare per centrare la qualificazione alla prossima Champions League. Insomma, se non è tutto da scrivere, sarebbe ingiusto non riconoscere quello che comunque è un margine vivo: stavolta però al Napoli non è richiesto neanche di essere perfetto, ma di andare oltre il concetto di perfezione.