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Roma ed Inter, dove sareste senza Alisson e Handanovic?

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Il crollo della Roma di Di Francesco e dell’Inter di Spalletti: in un mese dalla lotta scudetto alla contesa per quarto e quinto posto

I più ottimisti sono stati puntualmente delusi: una buona parte degli addetti ai lavori si è lasciata prendere dal ritrovato equilibrio della Serie A, perdendo di vista il carattere temporale e dunque momentaneo della vicenda. Lotta a quattro per lo scudetto: a contendere lo scettro alla Juventus ecco Napoli, Roma ed Inter. Per una contesa agguerrita come mai negli ultimi anni, un fotofinish che avrebbe dovuto comprendere ben quattro realtà e dunque caratterizzare quella che sarebbe stata un’unicità nel panorama europeo. Dove comandano senza ostacoli Barcellona, Manchester City, Bayern Monaco e PSG. La corsa ad uno in Italia è stata evitata grazie al super Napoli di Maurizio Sarri: di Roma ed Inter, in altissima classifica, non c’è più traccia. Ed è bastato appena un mese per cancellarle dal discorso scudetto.

Roma catastrofica

Dalla lotta scudetto ad un clamoroso meno sedici dal Napoli capolista in classifica. E non c’è neanche più l’idea della partita da recuperare, a tenere in vita speranze oramai sepolte. Il crollo della Roma non ha ragione di esistere: tecnico, caratteriale, agonistico. A tutti i livelli se poi aggiungiamo le considerazioni in chiave calciomercato, che oramai ben conoscete. Eusebio Di Francesco ha perso il controllo della situazione: la squadra non trova la porta avversaria neanche casualmente, attacca in maniera disordinata e con un’occupazione dello spazio a dir poco rivedibile, fattore accentuato nei frangenti in cui si sostanzia la coesistenza tra Edin Dzeko e Patrik Schick. L’altissima classifica di un mese fa era dovuta all’impenetrabilità della porta giallorossa: bastava fare un gol per portarsi a casa il risultato pieno. Ma anche in tal senso la questione è venuta a galla: i buoni dati difensivi erano – e sono – dovuti all’organizzazione della squadra o al rendimento del suo portiere?

Super Alisson

Partita dopo partita il dubbio è diventato certezza: la Roma ha trovato un portiere saracinesca. Alisson Becker si sta esibendo su livelli mostruosi: formidabile tra i pali, dove riesce a sfruttare tutto il suo istinto e tutta la sua esplosività per riempire l’intero arco della porta, con la continuità ha affinato anche i tempi di uscita e si è completato come uno dei più affidabili portieri a livello internazionale. Non a caso i fari del mercato si sono accesi sul suo profilo: classe 1992, Real Madrid e PSG sono alla finestra. Anche ieri. nella sconfitta casalinga incassata dalla Sampdoria (la seconda consecutiva dopo quella rimediata con l’Atalanta di Gasperini), Alisson ha mantenuto in piedi la baracca con un primo tempo da urlo: interventi prodigiosi in ripetizione sui calciatori avversari, blucerchiati che hanno dominato la Roma in largo e lungo ma che hanno rischiato – per via della prestazione dell’estremo difensore brasiliano – di ritrovarsi addirittura in svantaggio al primo errore. Il rigore mancato da Florenzi ha reso giustizia ad una contesa in cui non c’è stata storia: troppo più consapevole e leggera la Sampdoria, troppo limitata dai suoi fantasmi la Roma. Ha funzionato l’affiancamento che il club capitolino ha scelto per inserirlo al meglio nel campionato italiano: l’anno di battesimo vissuto all’ombra del più esperto Szczesny ma comunque con l’opportunità di accumulare minutaggio in Europa League, poi la definitiva consegna delle chiavi della porta giallorossa.

Se la Roma piange l’Inter…

Certamente non ride. Tutt’altro verrebbe da dire, perché il discorso sviluppato sul capitolo Roma è assolutamente analogo a quanto sta accadendo nel mondo Inter: la squadra di Luciano Spalletti è a sua volta passata dalla presunta lotta scudetto ad un quarto posto neanche troppo stabile, considerati i soli quattro punti – tenuto conto del vantaggio nello scontro diretto acquisito proprio sulla Roma – che attualmente separano i nerazzurri dall’ennesima esclusione dalla Champions League. Un risultato che non sarebbe in alcun modo accettato dall’asset proprietario: il gruppo Suning, dopo i recenti fallimenti, ha individuato nell’accesso alla massima competizione internazionale per club l’obiettivo minimo che l’Inter deve centrare. Per sorreggere finanziariamente e non solo il percorso di crescita individuato dal progetto cinese. Anche nel caso dei nerazzurri è caduta libera: l’assenza di gioco e di organizzazione difensiva che si era già palesata quando tutto andava clamorosamente – e quasi misteriosamente – nel verso giusto sta riversando i suoi effetti sull’attualità. Un presente che non sorride all’Inter e che ha destato il medesimo sospetto di casa Roma: quando bastava il minimo sforzo per avere la meglio sull’avversario, questo era dovuto ai miracoli di Handanovic o ad una reale tenuta difensiva?

Futuro

Anche in questo caso la risposta giusta pare indirizzarsi sui sentieri del portiere: Samir Handanovic sposta un numero di punti che altera valori ed opinioni. Il suo rendimento è letteralmente spaventoso: i suoi interventi possono decidere una partita, o meglio una serie di partite. E questo, nei conti finali, ha un peso assolutamente rilevante. I due migliori portieri del campionato italiano hanno fatto le fortune di Inter e Roma finché hanno potuto ed oggi, quando la ruota è inevitabilmente girata, stanno limitando i danni. Stanno contenendo una caduta che altrimenti sarebbe rovinosa: sì, perché in analisi finale viene da domandarsi – senza Alisson e Handanovic – dove si ritroverebbero Roma ed Inter. Poco al di sopra del Milan? Quali ambizioni potrebbero nutrire? Traguardi realistici, s’intende, per quello che si è visto in campo e non per le proiezioni – come solitamente accade – innalzate da piazze che si lasciano prendere dai primissimi segnali positivi. Che Inter e Roma non fossero ai livelli di Napoli e Juventus lo si era capito subito, ma in tanti hanno voluto illudersi ed ora sono costretti al passo indietro. Ma quali sono gli sviluppi nell’immediato? Innanzitutto risultano essere differenti: la Roma ha una Champions League tutta da vivere. Si è guadagnata l’accesso alla fase ad eliminazione diretta da prima classificata del suo girone (grazie a chi? ad Alisson forse?) ed agli ottavi di finale incontrerà l’abbordabile Shaktar Donetsk: è l’occasione giusta per centrare i quarti della competizione e dare un senso alla stagione in essere. Capitolo questo invece del tutto differente in casa Inter: assente da entrambe le coppe, complice l’eliminazione incassata in Coppa Italia dai cugini del Milan, ha la chance per indirizzare tutti i suoi sforzi sul campionato e centrare l’indispensabile accesso alla prossima Champions League. Ma può riuscirsi soltanto con una decisa inversione di tendenza.