Roma, le grandi trattative dell'era americana: Kevin Strootman
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Roma, le grandi trattative dell’era americana: Kevin Strootman

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Roma, le grandi trattative dell’era americana: Kevin Strootman. Storia di un olandese entrato nel cuore dei tifosi giallorossi

Tra pochi mesi saranno trascorsi due anni dal giorno in cui Kevin Strootman ha lasciato la Roma. C’è chi, ancora, si mangia le mani. Sì, perché l’olandese è quel tipo di giocatore a cui un tifoso riesce ad affezionarsi in maniera irreversibile. La cessione all’Olympique Marsiglia da parte di Monchi, a campionato già iniziato, è la fine di una storia intensa che ha riservato, come le migliori che si rispettino, momenti piacevoli ad altri più amari.

Arrivato nella Capitale durante l’estate 2013 grazie a un grande lavoro di Sabatini, è sconosciuto ai più ma impiega ben poco per presentarsi al grande pubblico. Rudi Garcia è capace di renderlo un protagonista assoluto della sua mediana insieme a De Rossi e Pjanic (e Nainggolan successivamente). Debutta il primo settembre in casa col Verona e poche settimane dopo realizza a Parma la prima marcatura in giallorosso.

Partita dopo partita conquista la fiducia di tutti e il tecnico francese gli appella il soprannome di Lavatrice, per la sua capacità di pulire i palloni sporchi in mezzo al campo. Fino a marzo è in assoluto uno dei migliori della compagine capitolina, in piena lotta per lo scudetto. Poi, il dramma. Il 9 marzo 2014, a Napoli, inizia il calvario. Arriva il primo infortuno al ginocchio e la conseguente operazione chirurgica. 8 mesi dopo il rientro, poi il nuovo intervento alla stessa articolazione.

Rientrerà definitivamente abile e arruolabile nel febbraio del 2016, sotto la guida di Spalletti. Con la preparazione estiva alle spalle recupera la forma ideale e dal campionato successivo anche il tecnico toscano non riesce a rinunciare a lui. Così come farà, qualche mese dopo, Eusebio Di Francesco. Con la sua guida l’olandese raggiunge la semifinale di Champions League: la gara contro il Barcellona è forse la migliore della sua esperienza capitolina. Non convinto pienamente di lui, nell’agosto del 2018 Monchi lo vende: è la goccia che fa traboccare il vaso tra il direttore sportivo e la tifoseria della Roma.