Roma-Liverpool, e quella porta maledetta dell'Olimpico
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Champions League

Roma-Liverpool, la notte dei corsi e ricorsi storici

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roberto pruzzo

Roma-Liverpool del 2018, ai più maturi, ricorderà, senza ombra di dubbio, la sfida del lontanissimo 1984

Il calcio è strano, spesso inspiegabile. Giocare e cercare di segnare sotto la curva dei propri tifosi dovrebbe spronare a fare meglio, invece, certe volte accade l’esatto contrario. Prendete la Roma e la sua Curva, la Sud, sembrano essere vittime di un incantesimo beffardo. Come il risultato di Roma-Liverpool, 4-2 che ha fermato Daniele De Rossi e compagni ad un passo dalla finale di Kiev contro il Real Madrid.

La leggenda narra che, a 34 anni di distanza, le cose siano andate esattamente nella stessa maniera. Conti e Graziani, sotto la Curva Sud, sbagliarono i rigori decisivi nella finale di oltre 30 anni fa. I 2 gol messi a segno dal Liverpool di Jurgen Klopp sono arrivati proprio in quella porta, peraltro gli unici subiti in questa Champions League allo stadio Olimpico. Il primo gol è figlio dell’errore di Radja Nainggolan che, al termine del match, si è detto dispiaciuto per l’accaduto: un passaggio in orizzontale preda dell’accoppiata Firmino-Manè. In occasione della seconda rete, invece, tutto nasce dal retropassaggio di Edin Dzeko. Tutto tremendamente uguale, nella porta del 1984 si spengono i sogni della Roma 2017/2018. Perchè il calcio è strano, spesso inspiegabile.