Serie A nella morsa del Covid: dal rinvio scongiurato al "pericolo" ASL
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Editoriale

Serie A nella morsa del Covid: dal rinvio scongiurato al “pericolo” ASL

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Giorno dopo giorno peggiora la situazione legata all’emergenza Covid in Serie A: senza rinvii d’ufficio, tornano in scena le ASL

Serie A nella morsa del Covid, ancora una volta. La speranza comune di vivere un’intera stagione senza ingerenze del virus è già andata a farsi benedire. Non tanto per quel che è già stato, quanto piuttosto per quello che potrà essere nei prossimi giorni.

Il rinvio dicembrino di Udinese-Salernitana rischia di non essere infatti l’ultima partita non disputata come da calendario. I primi vagiti del 2022 hanno portato in dote la preoccupante escalation dei contagi in tutta Italia, con logiche e inevitabili conseguenze anche nel mondo del calcio.

Sono già oltre sessanta i calciatori appiedati da tamponi positivi, con le sole Lazio e Udinese sinora immuni da difficoltà. Ma il tassametro non è mai corso così velocemente, complici anche le vacanze spesso fuori porta dei protagonisti.

Scelta senza dubbio discutibile quella di esporsi al crescente rischio di riprodurre nuovi focolai. Tutte le partite in programma giovedì e domenica sono sotto scacco, a cominciare da quel Juve-Napoli che sembra avere un conto aperto con il destino.

Dopo quanto successo nel passato campionato, il pericolo concreto è che siano di nuovo le ASL a prendere in mano la situazione. Anche perché la Lega Serie A ha optato per eliminare sul nascere qualsivoglia ipotesi di posticipazione pianificata, soprattutto in ragione dell’assenza o quasi di date libere per eventuali recuperi. E senza nemmeno avere ideato un protocollo concreto ad agosto per giustificare richieste di rinvio.

Dunque non rimane altro che sperare nella buona sorte, nell’assenza di cluster ingombranti e nella scarsa voglia di protagonismo della Aziende Sanitarie. Se non altro sarebbe auspicabile quella famigerata uniformità di giudizio che spesso non è appartenuta alle nostre istituzioni. Ma, per cortesia, non si ritorni a parlare di torneo falsato ad hoc: anche perché la parola “regolarità” non sappiamo più cosa sia da circa due anni. Facciamocene una ragione.