2013
Palermo, Gattuso: «Milan? Meglio cominciare da qui»
Il nuovo allenatore rosanero ha spiegato la scelta di cominciare ad allenare da Palermo.
PALERMO GATTUSO – Con la semplicità di sempre, Gennaro Gattuso si è lanciato nella nuova avventura con il Palermo. Il nuovo allenatore rosanero, che vivrà nella zona del porto perché gli piace il contatto con le persone, ha promesso la Serie A e proverà a vincere la scommessa di non farsi esonerare dal presidente Zamparini:
«Durante quei 9 mesi in cui rimasi fermo per il problema alla vista, mi dicevano che non avrei potuto più giocare. Ho sofferto molto ma con l’aiuto delle persone care ce l’ho fatta. E ancora oggi i medici si stupiscono di vedermi così attivo nonostante prenda 15 milligrammi al giorno di cortisone. Lo stress non aiuta ma non riuscirei a vivere fuori da questo mondo. Quali allenatori mi hanno lasciato il segno? Lippi, Ancelotti e Rossi: da ciascuno ho preso qualcosa. Dai primi come gestire il gruppo, sebbene in modo opposto e io sto provando a mischiarli. Di Delio ho apprezzato il modo di comunicare con i giocatori», ha dichiarato Gattuso a “La Gazzetta dello Sport”, ai cui microfoni ha parlato anche dell’addio al Milan:
«Se avessi voluto potevo rimanere, c’era un contratto sulla scrivania pronto per la firma, ma desideravo altro. Giovanili in rossonero? Ho deciso di fare questo lavoro ho pensato subito alla prima squadra, se avessi cominciato dalle giovanili poi mi sarei fermato là. Preferivo partire magari dalla C ma stare in prima linea. Zamparini l’ho convinto in pochi minuti spiegandogli che bisogna remare nella stessa direzione, dobbiamo dare una linea univoca, non voglio sentire una dichiarazione del presidente o del direttore sportivo opposta alla mia e viceversa. Come mi ha conquistato lui? Con la sua lucidità e la generosità. Ho capito che il suo più grande desiderio è riportare subito il Palermo in A. Poi il Milan? Ecco, quest’argomento mi fa ridere. Io non penso di arrivare alla promozione per spianare la strada che mi riporta a Milanello. L’obiettivo invece è di farmi un nome anche da allenatore. E chiamandomi Gattuso i rischi sono maggiori, ma ci sarà anche più visibilità. Andare in A col Palermo, attraversando tutte le pressioni che ci attendono al varco, equivale ad uno scudetto».