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Ag. Morata: «Real? Non posso parlarne»

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L’attaccante spagnolo punta in alto: «Europei e gol decisivo»

Falso allarme o depistaggio? Il futuro di Alvaro Morata è un vero e proprio intrigo di mercato. L’agente dell’attaccante della Juventus ci ha messo del suo: oggi, infatti, ha incontrato la dirigenza del Real Madrid, scatenando i rumors di mercato, visto che il club spagnolo vanta il diritto di recompra sul calciatore, ma al termine dell’incontro Juanma Lopez ha dichiarato: «Non abbiamo parlato di Morata, non posso dire nulla perché stasera ha una partita importante». L’agente, uscendo dal Santiago Bernabeu, ha aggiunto: «Abbiamo parlato solo di Diego Llorente, vedremo cosa accadrà la prossima settimana. Abbiamo parlato solo di Llorente, perché in questa settimana si deciderà il suo futuro. Villarreal? Ci sono diverse squadre interessate».

IL RACCONTO – Intanto il diretto interessato, Alvaro Morata, ha parlato in Francia dei suoi Europei da tifoso: «Quando la Spagna ha vinto il suo primo Europeo ero al mare con amici a Marbella, in vacanza. Abbiamo festeggiato e io mi sono buttato con loro dentro una fontana, era un sogno. Mi avevano regalato una maglia della Spagna dicendomi che un giorno l’avrei indossata io. Quando sono tornato a casa ho trovato in valigia una bandiera che porto sempre con me nelle partite importanti. Non la metto mai io in valigia, ma mia madre, mio padre o i miei amici la portano allo stadio per me», ha dichiarato a L’Equipe.

SOGNI E AMBIZIONI – Poi Morata ha parlato della sua crescita: «Bisogna sempre credere nelle proprie doti. Alla Juventus l’erba è molto alta, quindi la palla non scorre velocemente e quindi ero nervoso all’inizio quando dovevo toccare il pallone con Iniesta, Fabregas e Mata… Non è facile passare da una generazione all’altra, ma la squadra di oggi è più forte di quella del 2008. Ci vuole tempo perché una squadra giovane vinca, ma sogno di vincere questo Europeo e di segnare un gol decisivo. Mi piacerebbe fare 30 gol a stagione, ma se possono farne 14-15 e vincere tutto allora non mi lamento. Nei momenti importanti si può contare su di me. Credo di aver mostrato il mio carattere. E poi segnare 18 gol in Italia non è come farli in Spagna». Infine, un aneddoto che vede protagonista anche Patrice Evra, suo compagno di squadra alla Juventus: «Quando siamo partita, Evra mi ha augurato buona fortuna, ma anche di non incontrarci, perché saremmo stati eliminati, ma io gli ho risposto che non sarebbe stato facile».