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Al Milan è cambiato tutto?

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Milan, ecco i primi frutti della cura Montella: c’è un’inversione di tendenza che va dettagliatamente descritta

Quarto posto in classifica come Roma, Lazio, Chievo e Bologna: fin qui poco di nuovo, considerata la massa critica alle spalle dell’attuale podio del torneo ed il lasso di tempo poco indicativo per generare valutazioni semi-definitive. Tre vittorie, un pareggio e due sconfitte: quella interna subita dall’Udinese aggrava il bilancio. Otto le reti realizzate e sette quelle incassate: tutti i numeri del Milan di Vincenzo Montella.

L’INVERSIONE DI TENDENZA – Nulla di particolarmente degno di nota se su questi dati non si esplicasse un dovuto approfondimento. A partire dai gol subiti: 7 dopo tre turni di campionato, 7 oggi. Questo vuol dire che il Milan, dopo essere capitolato due volte con il Torino, quattro al San Paolo di Napoli ed ancora tra le mura amiche con l’Udinese, non ha più preso gol. E non lo ha fatto in trasferte complesse come quelle di Genova – sul campo della Sampdoria – e Firenze, né in casa con la Lazio. Anche i più scettici – partito che tuttora sembra in palese maggioranza – dovrà riconoscere una certa inversione: ci ha messo del suo anche il baby fenomeno Donnarumma, ma è il portiere del Milan e non di un’altra squadra. E come fattore rossonero va considerato.

BRAVO MONTELLA – Ha iniziato ad elevare le fondamenta del palazzo da lì: la tenuta difensiva. E di conseguenza l’equilibrio generale. Fattore singolare per un allenatore con certe caratteristiche: prima di tutto esteta del calcio e dunque votato alla propria proposta calcistica più che a discorsi passivi. Ma senza la base non si va da nessuna parte: del resto basta aver prestato attenzione agli ultimi anni di Milan per arrendersi di fronte all’evidenza. E se non ci è riuscito un tecnico in tal senso maniacale come Sinisa Mihajlovic, beh, vuol dire che il lavoro da prestare alla fase difensiva – a maggior ragione se individualmente non si ha a che fare con i Maldini di un tempo – va moltiplicato in termini di tempo e rinunce. Ma i frutti iniziano a vedersi: è un Milan che sembra saper stare in campo, ancora poco fluido – proprio perché il lavoro si è finora concentrato altrove – ma votato ad alcuni principi.

SOTTO ESAME – La stagione del Milan si presta inevitabilmente ad essere sotto costante punto interrogativo: è così quando si è reduci da diversi fallimenti consecutivi, è così quando la sessione di calciomercato ha provato a tappare qualche buco qui e lì ma senza imprimere la svolta attesa. Intendiamoci: per Vincenzo Montella gli esami saranno continui. E le valutazioni che ne scaturiscono altrettanto vacillanti: con ogni probabilità si passerà da considerazioni incoraggianti a catastrofiche in men che si dica, ma toccherà proprio alla saggezza dell’allenatore partenopeo tenere la barra dritta. A partire dal Sassuolo: l’esame per eccellenza. Battendo gli emiliani, magari con una prestazione convincente, il Milan presenterebbe al campionato il suo rinnovato biglietto da visita. La fiducia si alimenterebbe da sé, convinzioni e classifica anche. Per equilibri sottili come quelli attualmente vigenti in casa Milan si discute in questi termini: ogni vittoria è un mattoncino sulla via della rinascita. E la grande chance del mondo rossonero è proprio quella di sfruttare a pieno un allenatore del calibro di Vincenzo Montella.