Buffon a Tiki Taka: «Sarri Juve? Ha avuto attriti e non c'è stata la scintilla»
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Buffon a Tiki Taka: «Sarri Juve? Ha avuto attriti e non c’è stata la scintilla»

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Nella tramissione serale di Tiki Taka ha parlato il portiere del Parma Gianluigi Buffon: chiacchierata a 360° dalla Juve alla Nazionale

Gianluigi Buffon all’alba dei suoi 44 anni è ancora decisivo con le sue parate. Lo sa bene il Parma visto che contro il Cosenza il Campione del Mondo è stato eletto come migliore in campo. Ieri, ospite della trasmissione Tiki Taka, ha parlato a 360° dalla Nazionale fino ad arrivare alla Juventus, ecco le sue parole:

MONDIALI 2018«L’anticamera di una spedizione non vincente, abbiamo commesso degli errori e abbiamo avuto mancanze troppo grandi per meritare di qualificarci. Quando fallisci, è il gruppo intero a fallire, non solo l’allenatore».

NAZIONALE DI MANCINI«Un po’ di analogia c’è, ma questa squadra ha delle certezze maggiori dovuto anche a un successo insperato. Dunque nei momenti di difficoltà hai più capacità di venirne fuori».

QATAR 2022«Più che un sogno per me è la scusa per continuare a giocare, è la motivazione che mette d’accordo tutti. Calcoli non ne ho mai fatti in carriera, sono sceso da miglior portiere indiscusso in Serie B nel 2006, ma mi sento ancora forte e non avevo altri stimoli. Ho scelto Parma e non mi interessa essere sceso di categoria».

PSG E DONNARUMMA«Avevo deciso di smettere a gennaio, ma con il pensiero che se mi avessero chiamato Real, Barcellona o PSG ci avrei pensato. Poi a maggio arrivò davvero l’offerta e mi sembrava stupido non prendere in considerazione la possibilità. Nessuno mi aveva garantito il posto da titolare e anche Gigio ha fatto una scelta più che giustificata. Ora può avere qualche difficoltà ma nell’immediato futuro avrà di sicuro la titolarità».

RITORNO ALLA JUVE«Ero felice al Paris Saint Germain ma non mi sentivo a mio agio del tutto lontano dalla Juve. Non mi faceva impazzire l’idea di tornare da secondo, ma l’idea di provare a vincere la Champions per quei tifosi, con quella dirigenza e con quei compagni è stata la motivazione più grande».

JUVE DA CHAMPIONS«Sappiamo tutti che in qualsiasi momento la Juve sorprende e può avere colpi di reni che possono risollevarla anche nei momenti difficili. Certo, in questi anni vincere contro certi avversari è diventato davvero complicato».

LA JUVE GIOCA MALE?«La Juve vince le partite da squadra solida che dà pochi spazi agli avversari. Non gioca male, ma è capace di imbruttire la partita. In fondo anche la mia Juve era così e siamo arrivati in finale di Champions. Poi abbiamo perso con Real e Barcellona perché erano quattro volte più forti di noi, ma intanto eravamo lì e senza quelle caratteristiche non ci saremmo arrivati».

PIRLO«Non è stato il vitello sacrificale perché dà l’idea di una stagione perdente. Un allenatore che arriva in Champions e vince due trofei non si può dire che abbia fallito».

RONALDO«Se non era più convinto di restare ha fatto bene ad andare così come ha fatto bene la Juve a lasciarlo andare».

ALLEGRI«Ha fatto bene a tornare perché si vede che era convinto di poter incidere e fare bene».

GASPERINI«Nel momento in cui avevo deciso di andare all’Atalanta, la mattina parlo con Paratici, lo staff e Pirlo e mi convincono a restare. Gasperini, oltre a essere un grande allenatore, è una persona alla quale voglio bene perché uno che ti dice a oltre 40 anni “Sei ancora troppo forte per stare in panchina” ti gratifica enormemente».

SARRI«Ha avuto tantissime difficoltà da noi perché era un rapporto che già aveva molte difficoltà iniziali. Ha avuto attriti con qualcuno e ciò ha fatto sì che non scoccasse la scintilla. Il tipo di lavoro che era abituato a fare e che pensava di poter svolgere anche alla Juve si è accorto dopo un mese che avrebbe dovuto rivederlo e cercare di mediare. E per uno come lui è qualcosa di avvilente e si vedeva che mancava quell’entusiasmo che di solito lui ha».