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Buon compleanno a… Denis Dragus

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Oggi Denis Dragus compie 24 anni. In Italia non ha vissuto una di quelle esperienze che si possono considerare positive: la sua storia

Oggi Denis Dragus compie 24 anni. In Italia non ha vissuto una di quelle esperienze che si possono considerare positive, sono stati due prestiti in due punti lontani della penisola, senza riuscire a lasciare un significativo attestato della sua presenza. Poteva andare diversamente, temendo conto di quelle che erano le premesse. E che vanno raccontate perché testimoniano le difficoltà che si incontrano anche quando sei una promessa e di te parlano persino a livello internazionale, nonché ufficiale.

Il punto di partenza è l’estate del 2019. L’Uefa compila come di consueto la lista dei 50 giovani più promettenti Dragus viene presentato così: «Allievo del grande Gheorghe Hagi della Romania, il versatile attaccante ha saltato la fase finale Under 21 di questa estate per infortunio, ma dovrebbe sbocciare nel 2019/20». Dopo essere cresciuto nell’Accademia del campionissimo, il ragazzo fa bene nel Viitorul Costanza, in patria, segnando 7 gol in campionato e, soprattutto, facendo parlare di sé per la personalità messa in mostra al debutto, quando aveva solo 16 anni. Lo prende allora lo Standard Liegi, senza formule strane: crede in lui, tira fuori un milione e 800 mila euro, lo fa trasferire in Belgio ma è giusto un assaggio di un altro calcio, 3 partite tra campionato e coppa. A quel punto si decide di mandarlo in prestito. Destinazione Italia, Serie A si provincia, Crotone. Il sito del club calabrese, nel porgergli il benvenuto, lo definisce un «attaccante di prospettiva e dal talento cristallino».

In Calabria si presenta esprimendo tre concetti più importanti di ogni altro. Intanto, la felicità di essere arrivato: «Sono molto felice di essere qui, sono eccitato nel vestire questi colori e non vedo l’ora di fare la mia prima apparizione con questo club. Penso che ogni bambino, quando inizia con il calcio, sogni di giocare nei migliori campionati e credo che la Serie A sia uno dei migliori al mondo». Quindi., fornisce una definizione di sé: «Ritengo di essere un giocatore tecnico e spero che l’allenatore e i tifosi possano confermarlo». Infine i ringraziamenti sentiti a chi ha reso possibile tutto questo: «Prima di tutto la mia famiglia, la mia futura moglie e il mio agente che ha reso tutto questo possibile».

Non è un’annata semplice, quella del Crotone in Serie A. Neanche il cambio di allenatore, col passaggio da Giovanni Stroppa al vulcanico Serse Cosmi, riesce a evitare una retrocessione per certi versi annunciata (sarà peggio la stagione dopo, con l’ulteriore ruzzolone in Serie C). Per il neoacquisto ci si mette pure il Covid complicare una situazione che a onore del vero non è positiva da subito.

Alla terza giornata ha modo di capire a sue spese le insidie del calcio italiano. In Sassuolo-Crotone gestisce male una situazione sulla trequarti: nulla di incredibilmente negativo, nient’altro che una normale palla persa a 70 metri dalla propria porta, se non ci fosse quel diavolo di Berardi che parte come un treno e va a servire Caputo in profondità per il terzo dei 4 gol (a 1) che esprimono la differenza tra le due squadre. Non va meglio per Dragus quando entra in Crotone-Lazio: appare inconsistente, un giudizio che lo accompagna ogni qualvolta viene mandato in campo come carta da giocare.

A quel punto Denis torna in Belgio e in un anno e mezzo, in un torneo nel quale ci sono le condizioni per mettersi in mostra in un contesto qualitativo, mette a segno 10 reti. Quanto basta affinché si provi nuovamente a scommettere su di lui in Italia: stavolta si va al Nord, si scende di categoria, si gioca nel Genoa.

Ancora un prestito, ancora una delusione per un giocatore che nelle ultime 2 gare con la nazionale della Romania è sempre andato in rete, colpendo contro Slovenia e Moldavia. In Liguria, invece, non va oltre 5 ingressi dalla panchina, per lo più trascurabili, in tutto sta in campo poco più di un’ora di gioco. Logico che non arrivi la conferma e chissà adesso cosa deciderà lo Standard per il suo futuro.

Nell’elenco già citato dell’Uefa, il suo nome e cognome stava tra quelli di Moussa Diaby del Bayer Leverkusen e Carel Eiting dell’Ajax. Il primo, passato anche lui da Crotone, gioca sempre nello stesso club in Bundesliga. Il secondo è in Eredivisie, nel Volendam. A entrambi, si può dire, è andata meglio che a Denis Dragus.