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Buon compleanno a… Mattia Destro

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Mattia Destro

Oggi Mattia Destro compie 32 anni. Venerdì scorso se n’è stato in panchina a osservare il suo Empoli spaventare l’Atalanta e poi perdere, con il centravanti di ruolo – Ciccio Caputo – a combinare davvero troppo poco e abbastanza male per non pensare che il mister avrebbe anche potuto gettarlo nella mischia. E invece no, ci stiamo un po’ tutti abituando, e da un bel po’ di tempo a questa parte, a non considerare più Destro un potenziale titolare, neanche di una quelle squadre di provincia dove a momenti alterni è sembrato rinascere. Che – nel suo caso – significava essere all’altezza di un passato più che promettente. Quello della sua esplosione a Siena e dei suoi primi 2 anni alla Roma, tutte stagioni da doppia cifra, quota ritoccata al Bologna e al Genoa, vertici episodici all’interno di lunghe pause e tutti a chiedersi perché. Perché qui stiamo parlando di un attaccante bello a vedersi, elegante, capace di confezionare gol come si deve e di arrivare fino a vestire l’azzurro della Nazionale. E anche in questo caso, un’esperienza durata “solo” 2 anni e poco più, 8 partite e 1 gol in Italia-Malta.
Stiamo citando un’epoca fa e può anche non essere il caso nel giorno del compleanno. Già solo perché alla sua età, Mattia potrebbe e dovrebbe avere l’ambizione di guardare avanti anche se il presente è pesante, quell’unico exploit fatto in stagione è di nuovo un “troppo poco” che ti condiziona fatalmente la lettura dell’oggi e del domani.

Però, a osservarlo bene, quel gol la dice lunga su chi sia, potrebbe tranquillamente scriverselo sulla carta d’identità alla voce professione o anche segni particolari. Succede al Grande Torino, Destro riceve un pallone dalla destra e lo stoppa girato spalle alla porta. É importante quel che dice il telecronista di Dazn: «Pensa alla rovesciata». C’è molto, se non tutto, di quel che è l’attaccante empolese, della sua fama e del coraggio che l’accompagna. Quello non è un pallone facile da domare, non è una soluzione al volo, ma una sfera rimbalzante che bisogna calcolare in fretta e mettere in moto la bicicletta con coordinazione precisa. Cosa che riesce, da qui la palla all’angolino e l’urlo dello speaker che lo solleva al rango di «Super gol» con più punti esclamativi, nessuno dei quali è un’esagerazione perché è proprio realtà e lui lo sa mentre espande felicità correndo verso l’abbraccio della panchina, è realmente una rete bellissima, che sfida il senso del credibile di chi guarda. Per dirla con le sue parole, una delle più belle mai fatte e siccome all’attivo gliene mancano 2 per arrivare a 100, si può capire quanta estetica in ciò che è riuscito a fare.

Però, sempre di un solo gol si tratta. E l’Empoli è tutto l’anno che avrebbe bisogno d’altro, tanto da essere arrivato all’ultimo terzo di stagione dove il migliore dei goleador è Cambiaghi con solamente 4 reti, contando anche quella realizzata in Coppa Italia, è davvero un miracolo in queste condizioni che la squadra abiti una zona di tranquillità, uno di quei quartieri residenziali magari un po’ noiosi – anzi, certamente non divertenti -, ma dove pericoli non ce ne sono e la vita scorre senza sussulti.

Ora, non sarebbe corretto in questa giornata di festa, non ricordare che Mattia è uno che non ha mai mollato davvero. Lo ha dimostrato pienamente la scorsa stagione, quando al Genoa ha dato tutto per cercare di raddrizzare una barca che il più delle volte non riusciva proprio a stare a galla. Ed è sintomatico come per l’appunto, solo un anno fa, lui parlasse del suo status pensando ancora di poter scalare le posizioni e affacciarsi nuovamente all’azzurro: «Penso che la Nazionale sia un obiettivo per qualsiasi calciatore, ma tutto passa dalle prestazioni che si fanno con il club. Io ci ho sempre creduto».

Non datelo per finito, quindi. Anche se lo vedete poco in campo. C’è una scuola di attaccanti italiani che hanno saputo rifiorire con l’avanzare dell’età. Non ci stupiremmo se prima o poi anche Mattia riuscisse a tornare protagonista.