Derby d'Italia, parla Djorkaeff: «Soltanto l'Inter può lottare con la Juve»
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Derby d’Italia, parla Djorkaeff: «Soltanto l’Inter può lottare con la Juve»

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L’ex giocatore nerazzurro Youri Djorkaeff ha parlato a proposito del prossimo confronto tra Juventus e Inter, considerando anche le ambizioni dei bianconeri

In occasione del ritorno a Torino del Derby d’Italia tra Juventus e Inter, è intervenuto anche un grande ex nerazzurro come Youri Djorkaeff. Il campione del mondo e d’Europa con la nazionale francese ha parlato a tutto tondo sul fascino di questo match dal grande valore storico, cominciando con il doveroso elogio ai rivali bianconeri: «Anche se alla Juve hanno vinto tanto negli ultimi anni, sanno che solo l’Inter sa fare una gara di lotta contro di loro, per la società, la squadra e il carattere. Può essere una volta la Roma, il Napoli, la Fiorentina, anche il Milan, però… È il derby d’Italia: soltanto l’Inter può lottare con la Juve».

Il francese ha parlato anche di Ronaldo, argomento che per forza di cose ha tirato in ballo anche il delicato obiettivo Champions, dove Djorkaeff sembra propendere per la vittoria di un club inglese: «C’è grande rispetto per Cristiano Ronaldo. Al Manchester, al Real Madrid e oggi alla Juve ha portato qualcosa di veramente significativo. Penso sia stata una cosa importante il suo arrivo in Italia, ha rialzato il livello del campionato italiano, un tempo pieno di grandi calciatori. Cristiano ha grande voglia, grande carattere e doti di leadership. La Champions? Vediamo, è una competizione molto lunga e stressante e alla fine ne resterà soltanto una. La Juve ha grandi possibilità, ma non credo la vinceranno, vedo squadre più forti come il Manchester City e il Liverpool, soprattutto».

C’è anche spazio per qualche commento su uno degli episodi più discussi di sempre, il famoso contatto Iuliano-Ronaldo nella stagione 1997-98: «Parla solo chi dice che quello non era rigore, perché quelli che dicono che era rigore non parlano più, perché l’hanno visto alla televisione. Sono rimaste giusto 2-3 persone in Italia che continuano a negare».