Diritti tv Serie A: cosa cambia con la nuova Legge di Bilancio
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Diritti tv Serie A, si cambia: più soldi a chi fa giocare i giovani

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Con la nuova Legge di Bilancio a partire dal 2021 cambiano i parametri di spartizione dei diritti televisivi tra i club di Serie A: destinati più soldi a chi investe sui vivai

Con la nuova Legge di Bilancio 2019 cambiano anche i parametri di ripartizione dei diritti tv della Serie A. Una modifica che, è bene dirlo, non sarà subito in vigore, ma soltanto a partire dalla stagione 2021/2022. L’idea del Governo, accogliendo le istanze della Serie A, è quella di provare a premiare i club che investono sui giovani calciatori devolvendo loro parte degli incassi televisivi (parliamo di circa 1,2 miliardi di euro in totale che ogni anno le società di A si spartiscono tra di loro). Attualmente il 50% degli introiti viene ripartito in parti uguali tra le venti società, il 30% sulla base dei risultati sportivi, il 20% sulla base del radicamento sociale del club (si parla cioè anche di affluenza allo stadio ed audience).

Con le nuove misure, cambieranno invece almeno in parte tali parametri: fermo restando il 50% degli introiti spartiti equamente, il 28% dei proventi sarà ripartito in base ai risultati (contemplando tre aspetti: classifica dell’ultimo campionato, risultati degli ultimi tre campionati e risultati di tutti i campionati a partire dal 1946), il 17% in base all’audience televisiva (chi fa più spettatori) ed il 5% in base al minutaggio dei giovani del vivaio in prima squadra. Proprio quel 5% (parliamo di circa 60 milioni di euro l’anno) è la novità dell’ultima legge, anche se dovranno ancora essere stabiliti i parametri con cui si sceglierà chi premiare (di regola i club che hanno tesserato quel giocatore entro i 16 anni nel proprio vivaio fino a farlo esordire in A). Da qui al 2021 le società dovranno adeguarsi.