Giroud: «Col Milan possiamo vincere lo scudetto, Ibra un monumento»
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Giroud: «Col Milan possiamo vincere lo scudetto, Ibra un monumento»

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Giroud ha svelato gli obiettivi stagionali suoi e del Milan: lo scudetto non è un sogno ma un obiettivo concreto

Olivier Giroud, intervistato da Telefoot, ha trattato molti temi tra Ibra e nazionale francese:

«Sono successe molte cose nelle ultime settimane e negli ultimi mesi. Milan? Sceglierlo era ovvio, non c’erano nemmeno 15 club interessati a prendermi. Ero tifoso del grande Milan quando ero più giovane, quello di Papin, Van Basten, Baresi. Per me è un grande orgoglio aver potuto firmare in questo club. Spero di divertirmi qui».

SULL’ARRIVO A MILANO: «L’accoglienza che ho ricevuto è stata meravigliosa. Sono stato accolto come in famiglia. Ho fatto un ottimo esordio, lì mi trovo molto bene e ho fame di vincere con il Milan».

SUL PRIMO GOAL CON IL MILAN: «Era una cosa che non mi succedeva da metà marzo. È stata una sensazione di felicità giocare da titolare e divertirmi come nella mia prima giovinezza. Non credo che avrei potuto chiedere di meglio, sinceramente».

SU IBRAHIMOVIC: «Zlatan, è un monumento. Si aspettano che ci togliamo di mezzo. Spero di metterci più di lui, sì. Questo significherà che ci sarà tra noi una vera competizione».

SUL SUO OBIETTIVO DI GOAL STAGIONALI: «È sui 15 gol, questo è il numero che ipotizzo. Se gioco tutte le partite, sì…».

SULLO SCUDETTO: «Lo spero. Abbiamo le qualità, i giovani. Penso che quest’anno abbiamo tutte le possibilità, con il gruppo che abbiamo. Quindi è un obiettivo chiaro, netto e preciso».

SULLA FRANCIA: «Non so se possiamo dire che abbiamo già digerito l’eliminazione dagli Europei, ci resta ancora un po’ in gola. Dobbiamo voltare pagina… Non convocato a settembre? Sì, la cosa mi ha sorpreso, un po’. Soprattutto il fatto di non essere stato informato prima. Ma ecco, è così. Dobbiamo ancora una volta andare avanti e vedremo cosa riserva il futuro. Siamo più felici quando siamo in campo, giochiamo e aiutiamo la squadra. Ma ecco, ci sono delle scelte lì e devi rispettarle e deve esser così. Prossime convocazioni? Vedremo. Come al solito, non dobbiamo preoccuparci. Se chiamiamo me, farò del mio meglio per aiutare la squadra. Perché non provare ad avvicinarsi un po’ a Henry?! Ma sarà il futuro a dircelo».

SULLA PREMIER LEAGUE: «La Premier League mi piaceva molto. Ma a un certo punto abbiamo dovuto prendere una decisione. Gli ultimi tre mesi che ho vissuto lì, e poi l’avevo detto all’allenatore, a Tuchel, sono stati troppo difficili. Quindi per me è stato scontato lasciare il Chelsea. Ho voltato pagina, con emozione e momenti bellissimi trascorsi. Alcuni buoni, altri meno buoni, ma c’erano comunque tre bei titoli».