Giuntoli ha fatto la rivoluzione: Napoli riuscirà a tenerlo? - Calcio News 24
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Giuntoli ha fatto la rivoluzione: Napoli riuscirà a tenerlo?

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Cristiano Giuntoli

Ci sono grandi imprese che nascono da molto lontano. Così lontano che magari ci si dimentica del punto di partenza

Ci sono grandi imprese che nascono da molto lontano. Così lontano che magari ci si dimentica del punto di partenza. Nella grande cavalcata del Napoli 2021-22 i meriti sono ovviamente di tutti e stabilire gerarchie può essere un esercizio giornalisticamente non semplice, si rischia di lasciare fuori o trascurare chi non è in prima fila. E se è indubbio che lo scudetto del Napoli ha i volti di Spalletti o Osimhen per quanto riguarda il campo, fuori dal rettangolo verde è fondamentale la figura di Cristiano Giuntoli. Quando arrivò nell’estate del 2015, Alessandro Oliva su Linkiesta lo raccontò profetizzando che sarebbe stato il «rivoluzionario che cambierà il calcio italiano». Se il trionfo del Napoli è una rivoluzione, allora sì, ci ha visto giusto. Anche se magari i tre principi del lavoro del neo direttore sportivo si sono modificati nel corso del tempo, com’è giusto che sia. All’epoca erano:
1) La stipula di contratti annuali con l’allenatore. A Spalletti ne è stato fatto un biennale e adesso si parla di prolungarlo al 2025. Semmai sarebbe più urgente prolungare il proprio, visto che Giuntoli scade nel 2024 ed è noto come la Juventus lo corteggi per iniziare un’opera di ricostruzione.
2) Si comprano solo giocatori che hanno fame. All’epoca il volto simbolo era Mirko Valdifiori, pupillo di Maurizio Sarri. Se il ds ha capito che c’era anche la mancanza di stimoli nei giocatori che ha ceduto – Insigne, Koulibaly, Mertens e Fabian Ruiz -, è un merito in più. Oltre a quello di avere capito il talento di Kim o Kvaratskheila, vere operazioni capolavoro
3) Uno staff di uomini fidati. Per averlo, bisogna essere credibili. E certamente Giuntoli è riuscito ad ogni passaggio ad aumentare la sua percentuale di affidabilità.
E per capire la grandezza del lavoro di Cristiano Giuntoli, e se volete anche la definizione di cosa sia un rivoluzionario nel calcio, c’è la sua capacità di operare una trasformazione nel tempo. Il suo primo Napoli andò vicino allo scudetto: si dovette accontentare di essere campione d’inverno, vanificando un vantaggio che a metà dell’andata era abissale nei confronti della Juventus. Sette anni dopo, di quella rosa non c’è neanche un componente. Un lavoro davvero straordinario.