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Vi aspettavamo: i ventenni, o non ancora, migliori del pianeta

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Meravigliosa classe ’96: Alli, Bazoer, Coman, Halilovic, Asensio e la carrellata di un’annata che può scrivere la storia

La classe calcistica del 1996 è destinata a far parlare di sé: ventenni, molti dei quali ancora in procinto di spegnere la ventesima candelina della propria vita, già in grado di fare la differenza sul campo a determinati livelli. Di alcuni di loro se ne parla già da un po’ – sembra assurdo, vero – e si attendeva soltanto di assistere ai primi passi di quella che sarà l’inevitabile consacrazione nel tempo, la recente tornata di impegni nazionali ha in tal senso aiutato. Su altri profili sussistevano alcuni dubbi che gli stessi interessati stanno via via fugando. Ecco la lista dei migliori calciatori del pianeta nati nel 1996: ce n’è per ogni ruolo, per ogni gusto, per ogni attitudine. La parola chiave è quella che ha ispirato la storica classe ’92 della stella del calcio Neymar, ma anche dei Gotze, Verratti, Eriksen, Isco, Alaba e Courtois: talento.

TOP FIVE NATI NEL 1996

DELE ALLI – Milton Keynes 11 aprile, ancora diciannovenne, stratosferico. Centrocampista senza limiti: fisico imponente ma rapido, presenza costante in fase difensiva e devastante in chiave offensiva, alla prima stagione nella massima serie inglese ha già siglato sette reti e nove assist. Imponendosi così come reale tratto distintivo della straordinaria Premier League disputata dal suo Tottenham, al secondo posto della classifica ed in attesa di un passo falso della mitologica capolista Leicester. Il volto di Dele Alli è anche quello della nuova nazionale inglese: migliore in campo nella spettacolare rimonta dell’Inghilterra all’Olympiastadion, rifilata alla Germania campione del mondo avanti di due reti. Imperativo: chiudere con le scorse generazioni, tanto venerate quanto perdenti.

RIECHEDLY BAZOER – Utrecht 12 ottobre, ancora diciannovenne, molto simile all’interprete con cui abbiamo scelto di aprire la nostra trattazione. Sentiero comune: centrocampista totale, proprio come piacciono in quell’Olanda spesso anticipatrice di tendenze (ogni riferimento all’era Cruijff non è puramente casuale), gol ed assist – rispettivamente 5 e 4 – ma soprattutto quell’innata abilità nell’abbinare strapotere atletico a genialità nella visione di gioco. E’ la chiave dell’attuale primato dell’Ajax nonché – ancora come Alli – il simbolo più credibile della nuova speranza olandese: ci sono da raccogliere i cocci della mancata quanto clamorosa qualificazione ad Euro 2016, il filtrante con cui innesca il connazionale Janssen in occasione della rete dell’1-2 di Narsingh con cui l’Olanda si è appena imposta in Inghilterra è la trama da cui ripartire.

KINGSLEY COMAN – Parigi 13 giugno, ancora diciannovenne, cessione sbagliata. Sì, cara Juventus, i giovani forti non si lasciano andare: li si aspetta magari, perché di per sé rappresentano il futuro solido e il presente intorno al quale edificare. Alla scuola Guardiola il ragazzino è diventano meno… ragazzino: 4 gol e 5 assist in Bundesliga, 2 reti in Champions League – tra cui quella del definitivo 4-2 con cui il Bayern Monaco ha steso proprio la sua ex Juve nei recenti ottavi di finale – e ben 6 assist che coronano una stagione da protagonista. Il premio? Inevitabilmente la nazionale: alla terza gara in maglia francese il parigino ha fatto centro, firmando ancora un 4-2, quello con cui la Francia si è sbarazzata della Russia (gol più bello della serata internazionale) e promette di dare battaglia a chiunque pretenda di guadagnarsi il prossimo trofeo continentale nel suo multietnico e tormentato Paese.

ALEN HALILOVIC – Dubrovnik 18 giugno, ancora diciannovenne, predestinato. Allora, intendiamoci subito: per quanto concerne il talento non abbiamo pari nell’ambito della nostra argomentazione. Lui è lui ed il Barcellona ha sfidato la legge ed i vari blocchi imposti recentemente al suo calciomercato pur di garantirsene il futuro: tutto mancino e genio, controllo di palla dei più grandi di questo sport ed accelerazioni improvvise che ne definiscono un prospetto sì da costruire ma dalla materia prima difficilmente riscontrabile altrove. Accade soltanto a quelli come lui di debuttare prima in nazionale maggiore e poi in Under 21: a 16 anni e 357 giorni è il più giovane di sempre ad aver vestito la maglia della Croazia. Il Barcellona lo ha momentaneamente prestato allo Sporting Gijon dove – con il coetaneo Sanabria di cui parleremo – sta regalando sprazzi di calcio artistico in un contesto però decisamente debole e dunque nel pieno della lotta salvezza. Computo stagionale: 5 reti ed altrettanti assist, prima di un finale di Liga tutto da vivere.

MARCO ASENSIO – Palma de Mallorca, 21 gennaio, abbiamo finalmente un ventenne. Sì, viene quasi da ridere, ma se il futuro del Barcellona può tingersi dei colori di Halilovic quello del Real Madrid senz’altro delle movenze di questo moderno trequartista. Il re dell’assist: uno specialista, ben 10 già serviti nella stagione d’esordio in Liga con la maglia dell’Espanyol (in prestito). Gioca smaliziato con la consapevolezza propria ad un trentenne, ha letture di gioco che pochi altri vedono e, qualora si dimostrasse all’altezza anche sotto il profilo realizzativo, la maglia blanca è già nel cassetto. Così come quella della Spagna: la precedente generazione di fenomeni sta via via lasciando pezzi per strada in nome di un necessario rinnovamento che presto, quanto inevitabilmente, interesserà anche lui.

GLI ALTRI:SUDAMERICA – Di Antonio Sanabria abbiamo anticipato: allo Sporting Gijon sta facendo faville, con 11 reti in 21 partite, alcune di rara bellezza e tempismo. La Roma nel suo prossimo futuro dovrà fare cassa per centrare il traguardo del pareggio di bilancio ma sbaglierà se rifornirà le sue casse privandosi del giovane attaccante paraguaiano già stabilmente nel giro della nazionale maggiore. In panchina nella sfida della notte (valida per le qualificazioni a Russia 2018) tra Paraguay e Brasile, così come dall’altra parte Gabigol: l’eredità di Neymar non è sostenibile ed in Brasile farebbero bene a levargliela da dosso, conseguenza il rischio di perdersi uno dei talenti più credibili della recente generazione verdeoro. Questo qui i gol li sa fare, altroché.

GENERAZIONE TEDESCA – Jonathan Tah, come altri citati figlio dell’Europa multietnica, nato ad Amburgo con origini ivoriane, gioca stabilmente nella difesa del Bayer Leverkusen ma ancora lascia a desiderare in termini di affidabilità ed un saggio in tal senso è arrivato dalle doppie sfide di Champions con Lazio e Roma. C’è tutto il tempo del mondo per migliorare, così come per il connazionale e compagno di squadra Julian Brandt: segnatevi questo nome, attaccante esterno di eccellente rapidità e tecnica, sta sfruttando le chance a disposizione – 5 reti stagionali – e promette di iscriversi a quella spaventosa lista di talenti (Reus, Gotze, Muller, Ozil e via dicendo) che hanno cambiato il volto della Germania. Ci proverà anche Timo Werner, che ora è un titolare fisso dello Stoccarda e le sue sette reti stagionali promettono assolutamente bene.

DULCIS IN FUNDO… – Fatica il Fulham in Championship e fatica Moussa Dembélé, in una squadra che – situazione paradossale – vanta il secondo attacco del torneo ma il ventunesimo posto in classifica: dei 57 gol realizzati 12 sono i suoi, ma dovrà trovarsi una squadra in Premier League per rispondere all’esame. Si è un po’ perso in relazione alle aspettative – fa ridere a quest’età – Zakaria Bakkali: il tanto discusso colpo a parametro zero operato dal Valencia ai danni del Psv aveva lasciato ipotizzare una stagione radiosa, ma al momento il minutaggio è ridotto – soprattutto per via di qualche infortunio di troppo – ed il Belgio deve attendere l’esplosione dell’ennesimo talento della sua recente generazione aurea. Chiudiamo con i nostri: Godfred Donsah ha confermato in pieno il trend della passata stagione disputata con la maglia del Cagliari, la scelta di rifiutare la corte del Napoli per diventare con Diawara il perno del centrocampo del Bologna ha pagato in termini di visibilità. Con il Cagliari sta provando ad emergere il prospetto di Alberto Cerri: prima stagione in serie cadetta tutt’altro che comoda, ma il centravanti che ha fatto incetta di gol nella trafila delle nazionali giovanili si è appena sbloccato anche con l’Under 21 nella vittoria in Andorra. Salvando gli azzurrini di Di Biagio. Il futuro è anche suo.