Italia Polonia: come Locatelli e Insigne hanno fatto la differenza - ANALISI
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Italia Polonia: l’asse Locatelli-Insigne tra i segreti del dominio – ANALISI TATTICA

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Trascinata da Locatelli e Insigne, l’Italia ha sconfitto la Polonia al termine di una grande prestazione. Gli azzurri ora devono battere la Bosnia

Sotto la guida di Mancini, l’Italia ha iniziato un percorso piuttosto chiaro. La Nazionale vuole applicare un calcio di possesso e di posizione, con moduli fluidi che cambiano a seconda delle fasi: ci si difende con un 4-1-4-1 che diventa un 3-2-5 quando l’Italia ha la palla. Lo scopo è quello di attaccare con tanti giocatori e riempire tutti e 5 i corridoi verticali, per occupare sia l’ampiezza che i canali interni. Visto che ci sono così tanti giocatori sopra la linea della palla, è anche fondamentale la riaggressione: bisogna allenarsi a recuperare palla subito dopo averla persa, per evitare di concedere occasioni pericolose in ripartenza.

Questi principi si sono visti con chiarezza nel match contro la Polonia, una gara dominata dagli azzurri molto di più di quanto non dica il risultato di 2-0 (19 tiri a 2). Spicca in particolare la convinzione dei giocatori nell’interpretare il calcio che chiede l’allenatore. Per tutti i 90′, l’Italia ha applicato un pressing feroce ed efficace, che ha stroncato il palleggio polacco. I padroni di casa erano sempre corti e aggressivi in zona palla, gli avversari hanno faticato enormemente nella risalita.

Ma anche con il pallone l’Italia è stata dominante, con un possesso che ha stroncato il rivale. Il palleggio degli azzurri è stato molto fluido e ha trovato costante superiorità alle spalle del centrocampo polacco. Gli avversari hanno sofferto soprattutto la posizione di Insigne, che giocava nel mezzo-spazio sinistro (con Emerson largo a dare ampiezza).

Per tutta la gara, Locatelli lo ha trovato tantissime volte tra le linee con filtranti molto precisi. La Polonia non riusciva ad accorciare sul napoletano, di conseguenza l’Italia ha sempre avuto tanto spazio tra difesa e centrocampo rivale (soprattutto a sinistra). Con 4 passaggi chiave, Insigne è stato il principale generatore di occasioni della propria squadra. Inoltre, la presenza di Emerson largo a sinistro aiutava le corse del compagno, consentendogli di entrare dentro al campo.

Due delle molte situazioni in cui Locatelli verticalizza per il libero Insigne. La seconda slide mostra l’azione del gol.

L’Italia è stata anche molto brava a sovraccaricare a sinistra per poi allargare a destra sul lato debole, dove c’era Bernardeschi largo che dava ampiezza. Gli azzurri hanno effettuato eccellenti cambi di gioco sul lato dell’esterno juventino, servendolo in situazioni dinamiche e permettendogli così di puntare il terzino avversario.

Bernardeschi è stato anche ben supportato da Barella che, nel 3-2-5 degli azzurri, faceva l’incursore destro. Il giocatore interista, che ormai anche con Conte ha compiti soprattutto offensivi, ha dato prova della sua grande capacità di aggredire gli spazi. I suoi smarcamenti e inserimenti creavano spazi, con l’Italia che ha fatto vedere combinazioni molto interessanti a destra tra i due giocatori.

Una bella combinazione tra i due. Su una verticalizzazione da dietro, Barella aggredisce la profondità alle spalle della difesa, attirando due giocatori su di sé. Con una sponda di tacco, serve di prima un Bernardeschi che entra dentro al campo e poi va al tiro. Movimento molto coordinato tra i due.

Con la Polonia in dieci, l’Italia è stata brava a nascondere il pallone e a fare girare a vuoto gli avversari. Palleggiava molto in basso per attirare la Polonia in avanti. In tal modo, superando lo scriteriato pressing rivale, riusciva ad approfittare dei buchi che si creavano alle spalle, attaccando in campo aperto. Le straordinarie prestazioni di Acerbi, Locatelli e Jorginho (che hanno effettuato smarcamenti di grande livello) hanno consentito di perforare sistematicamente la struttura difensiva rivale.

Palleggiando dal basso, l’Italia arriva a tirare in porta e ad attaccare in campo aperto.

Insomma, l’Italia gioca bene e diverte, e lo fa seguendo (finalmente) un chiaro percorso dal punto di vista tattico. Non importa chi è in campo o chi è indisponibile. Gli azzurri esprimono sempre il proprio calcio e i propri principi, che ormai sono condivisi da tutti i giocatori. Il grosso merito di questo staff tecnico è avere avuto presa sul gruppo, ogni calciatore sembra convinto e sicuro di quello che fa. Ciò si riflette sul terreno di gioco, con l’Italia più bella degli ultimi anni.