Julio Cesar: «Se oggi sono famoso è perché l'Inter mi ha dato una grossa mano» - Calcio News 24
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Julio Cesar: «Se oggi sono famoso è perché l’Inter mi ha dato una grossa mano»

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Julio Cesar ha parlato dopo l’ingresso nella terza edizione della Hall of Fame: queste le sue parole su Inter TV

Julio Cesar ha parlato dopo l’ingresso nella terza edizione della Hall of Fame. Le sue dichiarazioni a Inter TV.

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TROFEO PREFERITO – «È normale che la Champions sia sempre la Champions, l’abbiamo conquistata dopo tanti anni, ma io penso che il primo trofeo non si dimentica mai.  Per questo dico la Supercoppa itailana 2005, io facevo il secondo di Toldo e già sentivo l’importanza di conquistare un trofeo per questa grande società. È stata una cosa molto bella, è arrivata contro una squadra fortissima, contro la Juventus a Torino. Ho capito subito che stavo arrivando in una società bellissima e che c’era tanto da vincere. Si diceva che l’Inter faceva grandi squadre e non vinceva mai, poi è esploso Calciopoli. È stato bello tornare a vincere. Ringrazio i tifosi che mi hanno votato e l’Inter per tutto. Per me è sempre un piacere tornare a Milano e lavorare con l’Inter. Se oggi sono un personaggio riconosciuto è perché l’Inter mi ha dato una grossa mano».

TOLDO «Per me è come un fratello, non è solo un amico. È un professionista da cui ho imparato tanto da quando sono in Italia. Essere di fianco a lui nella Hall of Fame dell’Inter per me è un onore. Quando ero in Brasile e non sognavo nemmeno di giocare in Europa lo seguivo. Era un portiere che stimavo tanto, sognavo di lavorare di fianco a lui».

MOMENTO PREFERITO ALL’INTER – «I miei figli erano troppo piccoli, ma penso che il 22 maggio 2010 sia stato un momento indimenticabile. Non solo per la Champions, ma per tutta la stagione. È stata una cosa per pochi. Essere sul tetto d’Europa sarà sempre il massimo».

MAICON – «È bello sentire mio fratello. È una persona che dovrebbe fare parte di questa Hall of Fame e sicuramente prima o poi succederà. È stato uno dei protagonisti in assoluto di quel gruppo che ha vinto 14 trofei. Era il mio compagno di camera e spesso quando si gioca si sta più in ritiro che a casa. È una persona con cui avevo piacere di condividere tutto, gli auguro il meglio in questo mondo. Gioca ancora, non si stanca mai. Grazie, fratello e amico, puoi contare su di me per qualsiasi cosa in questo mondo».