Juventus, Adani: «Agli ottavi non si può giocare come fatto con il Chelsea»
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Juventus, Adani: «Agli ottavi non si può giocare come fatto con il Chelsea»

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Adani ha parlato della vittoria della Juventus contro il Chelsea in Champions League alla Bobo TV: le dichiarazioni

Daniele Adani è intervenuto alla Bobo TV per analizzare la vittoria portata a casa dalla Juve contro il Chelsea in Champions League. Le dichiarazioni.

«L’entusiamo intorno a questo tipo di vittoria è giusta. La Juve aveva bisogno di un determinato momento di euforia e di consenso. Se pareggia Lukaku all’87’, si sarebbe detto che era troppo il pareggio. La cosa più importante nel calcio è quanto produci, non è il possesso palla. La Juve ha 4 opportunità nette di cui una ha fatto gol. Chelsea una, quella di Lukaku. La prima con Rabiot che non ha messo in porta un compagno campo aperto, la seconda con Chiesa, la terza il gol, la quarta con Bernardeschi sulla palla di Cuadrado. Le ha costruite attaccando in una una prateria. L’impostazione era quella difendere in pochi metri e vicino alla porta. Questo nel tempo non paga quando si trovano Bayern, Psg e City, ma l’analisi è che il meritato e l’ottenuto coincidono in questo caso. Da sottolineare in positivo è che fino a quella partita la Juve non difendenva ne attaccava bene, non era corta, non era armonica, non erano felici e non aveva niente di positivo. Quella partita hanno lavorato tutti secondo Allegri. Ogni squadra deve comportarsi seconda mentalità di chi la guida e per la prima volta ho visto questo, ha fatto quello che ha trasferito l’allenatore. Mi domando se saranno stati contenti Bentancur e Locatelli di giocare di più nella loro area invece che in quell’avversaria… Quando si gioca nei testa a testa non si può giocare sempre così. Io ho esultato perché nello stile dell’allenatore ha ottenuto, meritandolo. Dagli ottavi non potrà più essere così però. Mi aspetto dalla Juve che se questa partita era di un nuovo inizio, ora voglio vederla contro il Torino e dopo la sosta con Roma e Inter. Sposando una filosofia di quello che viene insegnato in allenamento, Cuadrado quando non fa l’esterno ma  fa il terzino, le  punte giocano 60 metri dalla porta… Se sono contenti e tutti ci credono, è tornato quello stile e vediamo dove lo porterà».