Klinsmann: «Ernesto Pellegrini, un padre-presidente. Se n'è andato nel giorno della finale che sognava. Il suo legame con Brehme è stato speciale»
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Klinsmann: «Ernesto Pellegrini, un padre-presidente. Se n’è andato nel giorno della finale che sognava. Il suo legame con Brehme è stato speciale»

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Klinsmann: «Ernesto Pellegrini, un padre-presidente. Se n’è andato nel giorno della finale che sognava. Il suo legame con Brehme è stato speciale»

Ernesto Pellegrini, l’indimenticato presidente dell’Inter, ha stretto un legame davvero speciale con Jürgen Klinsmann, il bomber tedesco che ha voluto con determinazione a Milano.

Arrivato nel 1989, Klinsmann non ha trovato in Pellegrini soltanto un presidente, ma una figura quasi paterna, tanto da definirlo pubblicamente «un secondo padre», un attestato di profonda stima.

Questo rapporto unico, intriso di affetto e rispetto reciproco, ha superato di gran lunga i confini professionali. Sotto la sua presidenza, e con Klinsmann in campo, l’Inter ha arricchito la sua bacheca con la Supercoppa Italiana del 1989 e la Coppa UEFA del 1991. Il loro è stato un sodalizio sportivo e umano che ha lasciato un segno profondo, dimostrando come l’empatia di un presidente possa ispirare e creare un legame vincente e duraturo con i propri campioni. Ne è una dimostrazione anche l’intervista di oggi a La Gazzetta dello Sport da parte dell’ex giocatore tedesco.

IL GIORNO – «Si è spento nello stesso giorno della finale, incredibile. Chi lo ha conosciuto, e ora prova un grande dolore come me, sa quanto il presidente Pellegrini avrebbe voluto vedere questa partita speciale e festeggiare questa Coppa».

UN PRESIDENTE-PADRE – «Un presidente-padre è esattamente come lui, dà tutto per i figli, che eravamo noi giocatori. Li coccola e li abbraccia, ma sa anche essere esigente, o perfino duro, in alcuni frangenti, ma sempre rimanendo fedele al suo stile. Ci invitava a cena ogni due mesi circa per fare il punto della situazione ed erano momenti educativi. L’usanza è continuata negli anni, l’ultima nostra cena di squadra è stata per festeggiare la carica di presidente di Beppe Marotta. Eravamo in molto, da Bergomi a Beppe Baresi ad Aldo Serena. Purtroppo, non cera più Andy…».

IL RAPPORTO TRA PELLEGRINI E BREHME – «Sta sempre tutto dentro al concetto di padre. Si interessava alla vita delle persone, anche quando smettevano di essere suoi dipendenti dal punto di vista lavorativo. Quando veniva a conoscenza che un suo ex giocatore era in difficoltà, lo sosteneva da tutti i punti di vista. Anche io ho sempre saputo che, se ma nella vita avessi avuto qualche tipo di problema – e può succedere a tutti, nessuno escluso – ci sarebbe stato sempre un numero a cui chiamare, quello di Ernesto Pellegrini. Per fortuna, non ho avuto bisogno di farlo, ma non avrebbe lasciato solo né me né altri».

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