Koulibaly sincero: «Sarri non mi vedeva, chiesi la cessione al Napoli»
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Koulibaly sincero: «Sarri non mi vedeva, chiesi la cessione al Napoli»

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Kalidou Koulibaly si racconta: il suo arrivo a Napoli, la cena con Benitez, le richieste di De Laurentiis, il rapporto con Sarri e molto altro

Il Napoli è arrivato secondo, ha salutato Maurizio Sarri e ha accolto Carlo Ancelotti. Per Kalidou Koulibaly il futuro è ancora da scrivere, ma intanto pensa al Mondiale col suo Senegal. Certo, non pensare allo Scudetto svanito nell’ultima parte di stagione è dura. Proprio lui ha segnato all’Allianz Stadium un gol storico, anche se valso a poco: «Abbiamo perso lo Scudetto contro squadre che avremmo dovuto battere come Sassuolo, Milan o Chievo. Giocare sempre dopo la Juve non è facile, influisce la pressione. Per noi è stato difficile assistere alla sconfitta dell’Inter con la Juventus».

Lo vuole il Chelsea, ma il senegalese per ora pensa solamente agli azzurri, a giudicare dalle sue parole. «Difficile far finta di niente per quanto successo coi casi di razzismo. Un giorno un bambino della Lazio si scusò per quanto fatto dai tifosi e gli regalai la maglia. I tifosi del Napoli mi sono vicini. Futuro? Ho tre anni di contratto ancora, vedremo» ha continuato KK a proposito sia delle voci di calciomercato sia dei problemi di discriminazione che ha avuto in Italia. Il riferimento è a una partita con la Lazio che l’arbitro interruppe proprio per i troppi buu nei confronti di Koulibaly.

A Napoli ha avuto due grandi allenatori come Benitez e Sarri e ora si appresta a lavorare con Ancelotti. A So Foot ha raccontato qualche aneddoto e retroscena particolare sia sul suo arrivo a Napoli sia sul rapporto con Sarri: «Quando mi chiamò Benitez riattaccai pensando a uno scherzo. De Laurentiis voleva lo sconto perché non ero alto come scritto su Internet. Con Benitez imparai molto alla prima cena con lui. Sarri? All’inizio non mi vedeva, chiesi di essere ceduto. Il Napoli si oppose e poi giocai, Sarri mi ha trasmesso un’altra visione del calcio. Certi allenamenti senza opposizione sono da pazzi».