Lucesco avvisa l'Italia: «L'Ucraina gioca per l'orgoglio di un popolo»
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Lucescu avvisa l’Italia: «L’Ucraina gioca per l’orgoglio di un popolo»

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Le parole di Lucescu, tecnico della Dinamo Kyiv, in vista della sfida di questa sera tra Italia e Ucraina a San Siro

Mircea Lucescu ha parlato a Tuttosport della sfida di questa sera tra Italia e Ucraina, decisiva per le qualificazioni ai prossimi europei. Di seguito le parole del tecnico della Dinamo Kyiv.

ITALIA – «Dopo il pareggio con la Macedonia, che non mi aspettavo anche se adesso in Europa c’è un grande livellamento tra le Nazionali, dovrà vincere a tutti i costi. Non sarà facile visto come l’Ucraina ha giocato con l’Inghilterra. Rebrov ha a disposizione tanti giocatori che militano in campionati europei dove hanno maturato esperienza internazionale e possono giocare in condizioni normali ovvero con i tifosi sugli spalti e senza timori relativi alla guerra, anche se c’è gente che ha parenti o amici al fronte ed è per questo che in campo mettono un qualcosa in più, giocando per l’orgoglio di un popolo».

UCRAINA – «Squadra molto organizzata dove tutti cooperano per il risultato. Aiutano il compagno, si tolgono qualcosa per darlo agli altri. Non ci sono egoismi, si difendono compatti e quando vanno al contrattacco diventano molto pericolosi».

GIOCATORI CHIAVE – «Mudrik per velocità e classe, Yaremchuk e Dovbik per la loro fisicità e il fiuto del gol. E’ gente difficile da marcare. Zinchenko gioca da sempre fuori Ucraina: con Psv, Manchester City e Arsenal è diventato un top player internazionale. Ci sono poi miei giocatori come Tsygankov, che ho plasmato qui alla Dinamo e abbiamo ceduto in estate al Girona, ottimo in mezzo al campo, e il difensore Mykolenko, che avevamo già dato l’anno scorso all’Everton. Tra le mediana e la trequarti Stepanenko e Sudakov, che giocano anche insieme nello Shakhtar, si intendono alla perfezione. Stepanenko ha iniziato con me a 20 anni, è un esempio per tutti i compagni. Instancabile lavoratore, un po’ come me (sorride, ndr)».

ATTACCO ITALIA – «Diamo tempo a Spalletti. L’Italia ha cambiato allenatore e filosofia. Certo ora Luciano non avrà a disposizione tutto il tempo che aveva a Napoli per convincere i giocatori delle sue idee. Sul problema del centravanti dico che non c’è pazienza a formarli, le squadre di club vanno a prenderli all’estero perchè hanno bisogno di certezze su chi fa gol. Segnare è una questione prima di tutto mentale e per questo prendono gli stranieri già pronti. In Italia mancano giocatori come Bettega, Rossi, Inzaghi, Vieri e Toni che faceva grandi gli azzurri perchè restavano ai vertici del calcio mondiale per almeno dieci anni».

TIFERÁ INTER SABATO – «Assolutamente sì, è una questione sentimentale. Spero vincano loro, ma mi piace molto il progetto del Milan, che vendendo Tonali ha saputo ricostruire la squadra rendendola anche più competitiva dell’anno scorso. In questo momento vedo le due milanesi un gradino sopra le altre, ma il campionato è lungo…».