Milan: Yonghong Li, dove sono i soldi? - Calcio News 2
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C’era un cinese in coma: bravo Yonghong, ma ‘ndo stanno i soldi?

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Yonghong Li difende (giustamente) il buon nome del Milan rispetto a qualsiasi illazione, ma resta una grossa falla comunicativa: nessuno ci ha ancora spiegato da dove devono arrivare i soldi, solo mezze verità

A qualsiasi affermazione Yonghong Li possa fare da qui a fine stagione, il tifoso medio milanista potrebbe rispondere sempre con la stessa identica domanda: «Sì ok, va bene, ma i soldi?», proprio come un disco rotto. «Va tutto bene» «Sì ok, va bene, ma i soldi?». «Torneremo grandi» «Sì ok, va bene, ma i soldi?». «Per me un cono gelato due gusti» «Sì ok, va bene, ma i soldi?». In linea di massima la domanda «Sì ok, va bene, ma i soldi?» sta bene su tutto, come un paio di jeans classici, e rischia di diventare una sorta di mantra per chi ha a cuore le sorti rossonere. Non che Yonghong non le abbia (del resto è il primo a rischiare una colossale figura di merda, di ciò dovrebbe essere consapevole), resta però abbastanza assodato che, ad oggi, la sua figura non è che ispiri propriamente il massimo della fiducia.

Il comunicato emanato ieri dal Milan era atteso dai più, probabilmente anche un po’ scontato, ma tutto sommato coerente e legittimo. Eravamo stati noi stessi, per primi, ad esprimere fortissime perplessità circa la fuoriuscita di notizie più o meno prive di fondamento riguardanti un possibile interessamento della magistratura nei confronti della società rossonera (leggi anche: INCHIESTA SULLA VENDITA DEL MILAN, PERCHÈ PROPRIO ADESSO?). Interessamento che a dire il vero non è ancora del tutto escluso a priori (non esiste alcuna inchiesta ufficiale, è bene dirlo, ma non è detto che dalle parti della Procura di Milano qualcuno non stia almeno pensando di aprire un fascicolo), ma che comunque ad oggi, in prossimità delle elezioni ed in una fase decisamente delicata della stagione del Milan, sarebbe stato quantomeno sospetto e, diciamolo pure dai, un po’ fuori luogo. Poi ognuno la pensi come gli pare, ma tant’è.

Milan: le mezze verità non sono bugie, ma non sono nemmeno verità

Sacrosanto quindi l’intervento del cinese in coma (metaforicamente parlando, per carità oh, e parafrasando un sottovalutatissimo film di Carlo Verdone di qualche anno fa), restano però tutte le altre perplessità del caso. Entro il 26 febbraio Yonghong dovrà versare altri 16 milioni circa di aumento di capitale, come richiesto ieri dal consiglio di amministrazione rossonero, nelle casse del Milan: se non lo farà, Elliot potrà reclamare il mancato rispetto degli accordi di inizio collaborazione e chiedere di entrare in possesso del club. Difficile che lo faccia, specie a stagione in corso, ma a dire il vero è ancora più difficile immaginare che Li non vada a raccattare in qualche modo da qui a un mese circa i soldi che servono per salvare la faccia (almeno per ora). Dove? Ci piacerebbe saperlo, ma la realtà è che della provenienza dei soldi di Yonghong, come ben noto, non sa niente nessuno. Manco Yonghong stesso, probabilmente, sa dove andare a prenderli. Va pure specificato per dovere di onestà che qua nessuno ha mai raccontato bugie, solo mezze verità. Il problema è che le mezze verità non sono verità, altrimenti i Sottotono non ci facevano una canzone.

In ottica del rifinanziamento del debito con Elliot (303 milioni di euro, non proprio du’ spicci, se vogliamo metterla così) non ci sono insomma notizie confortanti e, in questo senso, la strategia comunicativa del Milan è un po’ ad cazzum canis, per dirla alla Catullo. Sì, perché il club rossonero negli ultimi mesi si è particolarmente sperticato in comunicati, dichiarazioni e spiegoni video: hanno parlato quasi tutti, da Marco Fassone (molto bene) a Massimiliano Mirabelli (magari sottotitolato era meglio) su quasi tutto, dalle strategie finanziarie, ai patteggiamenti con la UEFA, passando spesso per le questioni di mercato. Ieri ha parlato finalmente pure Li per difendere il suo buon nome e quello del Milan senza però spiegare ancora ai tifosi la cosa più importante di tutte: ‘ndo stanno i soldi? Da dove potrebbero quantomeno arrivare (prestiti, finanziamenti, mutui a tasso agevolato, vendita di organi interni)? Per cui la domanda è una e semplice, ma è sempre la stessa: «Sì ok, va bene, ma i soldi?». C’era un cinese in coma: forse forse abbiamo capito chi è.