Neanche Valeri fa più paura: anche questo è il Toro targato Mazzarri
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Neanche Valeri fa più paura: anche questo è il Toro targato Mazzarri

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Zero vittimismi, zero polemiche, zero energie spese in cose che non riguardano il campo: così Mazzarri ha conquistato il Toro

C’è l’Udinese all’orizzonte. C’è soprattutto Paolo Valeri all’orizzonte. Ma il Toro, il nuovo Toro di Mazzarri, paura non ne ha. Il merito? Tutto di Walter Mazzarri. Un uomo nuovo, un uomo cambiato rispetto ai suoi primi anni ad altissimi livelli in Serie A. Lui più di tutti, nel corso del tempo, è maturato in maniera straordinaria. Ed è per questo che i numeri dell’arbitro di Roma non fanno alcuna paura: con lui a dirigere dieci precedenti e zero vittorie. Con un ricordo nefasto ad annebbiare la vista del popolo granata: il cartellino rosso rifilato nel derby del 6 maggio 2017 ad Acquah, che fece saltare i nervi a Mihajlovic. Uno che, soprattutto quando le cose non andavano per il verso giusto, ha trovato negli alibi un porto sicuro nel quale rifugiarsi.

STOP WORDS – Era così anche per Mazzarri, ai tempi del Napoli in particolar modo. Poi l’abitudine se l’è portata dietro all’Inter, ma il tifo nerazzurro non gli ha mai perdonato il vittimismo. WM, ai tempi, venne considerato un provinciale. E così probabilmente era, sebbene nell’avventura ad Appiano Gentile non sia stato minimamente supportato a livello di gestione del gruppo dalla società, ma pure in sede di mercato. Poi la parentesi al Watford, comunque molto positiva sotto il profilo del rendimento degli Hornets (come quasi tutte le esperienze mazzarriane, d’altronde), è servita per smussare alcuni lati spigolosi del carattere. Meno irruenza, meno spreco di energie lontano dagli affari di campo. E soprattutto più lavoro, più fatti, meno parole e meno lamentele.

PRESSIONE SUI SINGOLI – Così Mazzarri si è affacciato al mondo Toro: zero alibi, zero riferimenti ad arbitraggi non sempre particolarmente lineari, ma soprattutto zero polemiche. Così ha aumentato il dosaggio di pressione ai giocatori, che è riuscito a responsabilizzare con straordinaria efficacia. Un lavoro silenzioso, che il Toro sta toccando con mano sul campo con i risultati. Con le prestazioni. Con una crescita lenta, ma costante. E adesso anche il passato nefasto con Valeri non fa più paura: i granata sanno che, per l’Europa League, a volte serve essere più forti pure del destino.