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Perinetti: «Belotti grande attaccante, non ha prezzo»

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Giorgio Perinetti, attuale Ds del Venezia e scopritore di Andrea Belotti, esalta le qualità del Gallo: «Segna di destro, di sinistro, di testa. Non ha prezzo». Riguardo gli obiettivi con i lagunari invece sogna in grande: «Vogliamo portare il Venezia più in alto possibile»

In una Serie A che parla sempre più spesso, soprattutto in zona-goal, una lingua straniera, resta a campeggiare però un baluardo tricolore, che si issa sempre più in alto. Parliamo, naturalmente, di Andrea Belotti. Il bomber del Torino, 5 reti in 5 presenze quest’anno, è una delle speranze per il futuro della Nazionale italiana, sempre più povera di qualità e di talento. Valutare le capacità di Belotti è facile adesso, ma capire che tipo di giocatore sarebbe potuto diventare quando era ancora un diamante allo stato grezzo, questa è un’impresa certamente più ardua, alla portata solo di un occhio esperto. Un occhio come quello di Giorgio Perinetti, che vide il Gallo a Bergamo, in maglia Albinoleffe, e se ne innamorò subito.

L’APPRODO A PALERMO – A raccontare il percorso dell’attaccante granata è proprio l’attuale Ds del Venezia: «Aveva già fatto cose buone nell’Albinoleffe. Quando tornai a Palermo – racconta a Tuttosport non ebbi dubbi a puntare su di lui. Costruimmo uno squadrone per vincere la B. Il costo di Belotti era elevato. L’Albinoleffe chiedeva 500 mila euro per il prestito, più 2,5 milioni per il riscatto della metà. Il loro presidente, Andreoletti, era irremovibile. Zamparini aveva dei dubbi. Ma io ero sicuro che il gioco valesse la candela. Ero certo che avremmo preso un grande attaccante. Pur di venire da noi e compiere un grande salto in carriera, rinunciò a 250 mila euro di stipendio: cifra che, di conseguenza, il Palermo potè aggiungere all’offerta all’Albinoleffe. E così trovammo l’accordo».

IL PASSAGGIO AL TORO – Belotti in Trinacria fa sfoggio del suo grande potenziale, sia in cadetteria che in Serie A l’anno successivo. Anche se la sua stella è in parte offuscata da quella di Dybala, il Gallo si fa notare dagli addetti ai lavori e attira, in particolare, l’attenzione del Torino: «Belotti segna di destro, di sinistro, di testa. E poi ha una generosità incredibile. Se nel 2015 fossi stato ancora a Palermo, avrei detto a Zamparini: ‘Resistiamo, tra un anno varrà molto di più’. Cairo e Ventura mi chiesero un’opinione, stavano valutando se comprarlo: nei parlai bene e loro recepirono al volo il messaggio. Quanto vale oggi? Può non avere prezzo, visto che il suo valore è destinato ad aumentare di anno in anno. Cairo fa bene a tenersi stretto un campione come Belotti.  Ma occhio anche a Benassi, Baselli e, soprattutto, a Barreca. Può diventare una grande rivelazione. Lo vidi in Primavera 2 anni fa. Rimasi folgorato. Il mio taccuino mentale fu subito impressionato».

OBIETTIVI IN LAGUNA – Perinetti è ripartito dal basso, accettando l’offerta del Venezia per tentare la scalata alla Serie B. Un progetto importante, immancabile dunque una chiosa su come stiano andando le cose in laguna, dove, con l’approdo di Tacopina ed Inzaghi, si pensa di fare le cose in grande: «Tacopina, Pippo e io abbiamo lo stesso minimo comun denominatore: la passione. Stiamo mettendo le basi per realizzare un grande progetto. Lavorare per la città più bella del mondo è un onore . Vogliamo arrivare in B: e con l’organico che abbiamo, a gioco lungo potremo fare la differenza. Ma vogliamo portare il Venezia il più in alto possibile, fino alla A, dopo un fisiologico assestamento. Inoltre il presidente sta lavorando per realizzare a Mestre un nuovo stadio polifunzionale. La nostra società è solida, ambiziosa. E non ci fermiamo con i sogni».