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Quanto guadagna un arbitro di Serie A

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rizzoli arbitro

Tutte le cifre che intascano i fischietti italiani per dirigere in Serie A, dove fare l’arbitro permette di guadagnare come un dirigente aziendale; il confronto con il resto d’Europa

Arbitro, ma quanto ti hanno dato? Una frase che sentiamo spesso gridare allo stadio, soprattutto quando la nostra squadra subisce un torto (secondo noi) ed il rigore sperato non arriva. Ma per i direttori di gara italiani arrivare in Serie A, oltre al fatto di essere un traguardo personale importante, permette di incassare un buon stipendio, escludendo le spese di viaggio ed alloggio che vengono completamente rimborsate.

Vediamo allora come vengono pagate le “giacchette nere”. Il monte stipendi complessivo a disposizione per i 22 arbitri italiani idonei alla Serie A è pari a circa quattro milioni di euro e viene suddiviso a seconda dell’anzianità di servizio e delle partite arbitrate.

Innanzitutto a ciascun arbitro spetta una quota fissa che va dai 45mila euro dei primi anni di carriera (in genere i primi 2) fino agli 80mila euro per gli arbitri internazionali. A tale importo occorre sommare la cifra versata per ogni gara diretta, pari a 3800 euro lordi a partita più i rimborsi spese (spese di viaggio, vitto e alloggio in strutture convenzionate di medio-alto livello). Agli altri componenti, ovvero assistenti e quarto uomo, spettano rispettivamente €1000 e €500 per ogni gara.

Nel caso si venga designati per dirigere un match di Coppa Italia, l’assegno varia dai circa 1000 euro nella fase iniziale del torneo, per poi salire ai 1500 euro dei quarti di finale, 2500 euro in semifinale mentre arrivare alla finalissima di Roma permette di incassare un assegno di €3800, importo identico per la finale di Supercoppa Italiana.

Complessivamente, un buon arbitro, che dirige in media dalle 13 alle 17 partite annualmente, guadagna in una stagione una cifra pari a circa 80-90 mila euro.

Tanto o poco, vi starete chiedendo. Secondo i dati delle dichiarazioni fiscali del Ministero del Tesoro, anno 2016, il reddito medio lordo di un cittadino italiano è pari a 20.690 euro. Inoltre, sempre secondo gli ultimi dati, soltanto il 5,2% della popolazione ha dichiarato più 50.000 euro (lordi) l’anno passato. Non c’è che dire, arbitrare (e bene) può rendere parecchio.

E nel resto d’Europa?

Essere un fischietto ai massimi livelli rende anche in Europa, perlomeno se si “lavora” per uno dei campionati di vertice come la Premier League o la Liga Spagnola. Anche in Inghilterra esiste una lista in cui vengono inseriti gli “abili ed arruolati” a dirigere, chiamata Professional Game Match Officials Board (PGMOB), che assegna lo status di professionista ed è composta da circa 15-20 arbitri. Lo stipendio annuale varia da £38,500 a £42,000 (da €42.400 circa a €46.250 circa) in base all’esperienza accumulata, a cui si aggiungono £1,150 per ogni partita diretta, circa €1266 al cambio attuale.

La cifra più alta si tocca però in Spagna, con ben €6.000 guadagnati per ogni gara diretta, seguita dalla Germania (€3.600), Francia (€2.751) e Portogallo con €1.188.