Roma, Mancini: «Derby? Un'emozione. Ero abituato a vederlo in tv»
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Roma, Mancini: «Esordio nel derby? Un’emozione. Ero abituato a vederlo in tv»

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Gianluca Mancini, difensore della Roma, si è raccontato in una lunga intervista rilasciata al sito ufficiale giallorosso

Gianluca Mancini, difensore della Roma, si è raccontato in una lunga intervista rilasciata al sito ufficiale giallorosso.

PRIMI PASSI – «Ho iniziato nella squadra del mio paese, poi ho fatto la trafila nella giovanili della Fiorentina. Poi sono passato a Perugia e i due anni a Bergamo, con sacrificio si possono raggiungere i risultati”.

AMICIZIE NEL CALCIO – «Si possono creare, ma poi difficilmente vanno avanti. Con Spinazzola però è successo, saremmo stati amici anche se ci fossimo conosciuti fuori dal campo».

NASCITA DELLA FIGLIA – «Mia moglie ha fatto una gravidanza perfetta, poi la bambina ha deciso di uscire prima. È successo tutto molto velocemente: la sera siamo andati in ospedale, la mattina dopo dovevo andare al campo. Vedere mia figlia in incubatrice è stato pesante. In ospedale però gli infermieri sono degli angeli. Non ci sono mai stati problemi, mia moglie mi ha dato forza e le sue parole mi hanno emozionato. Io ho cercato di fare il marito, ma dovevo anche fare il professionista perché c’erano delle partite da giocare. Nella mia stessa situazione ho visto dei papà che andavano a lavorare alle 8 di mattina fino alle 8 di sera, potevo farlo anche io. A Trigoria mi hanno aiutato tanto in quei giorni difficili».

DEBUTTO NEL DERBY DI ROMA – «È stata un’emozione unica, ero abituato a vedere certe partite in tv. È stato molto emozionante».

RAPPORTO CON L’AGENTE RISO – «Un ragazzo che giocava con me alla Fiorentina mi disse che Beppe voleva fare due chiacchiere. Ci siamo incontrati a Bergamo in un bar. Mi sembrava di conoscerlo da tanti anni, lo chiamo leone. Mi stima, ascolta le mie esigenze. Il procuratore non deve occuparsi solo di contratti, da parte mia i rapporti umani sono importanti».

SOGNO NEL CASSETTO – «Il cassetto non è ancora chiuso, ho 24 anni e tanto da imparare sia a livello umano che calcistico. Voglio migliorare ed arrivare ad essere ricordato come una brava persona ed un bravo calciatore».