Savicevic: «Ecco cosa mi disse Berlusconi prima della finale di Atene»
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Savicevic: «Ho un rimpianto per la mia vita nel Milan. Lo affrontai già con la Stella Rossa ma non ero in forma. Ecco cosa mi disse Berlusconi prima della finale di Atene»

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Silvio Berlusconi

Il Genio ha parlato a La Gazzetta dello Sport facendo un tuffo nel passato tra Milan e Stella Rossa

Dejan Savicevic lo chiamavano Genio e in campo incantava davvero. Protagonista di un gol leggendario nella finale di Champions League nel 1994 contro il Barcellona, il popolo del Milan lo ha amato, così come quello della Stella Rossa. Le due squadre si affronteranno nel prossimo turno della massima competizione europea. Ecco estratti della sua intervista a La Gazzetta dello Sport.

PRIMA DELLA FINALE BERLUSCONI GLI PARLO’ – «Lui mi voleva bene e la sera prima mi chiamò al telefono: “Dejan, sono due anni che ti aiuto e ti difendo, se sei un genio dimostralo”».

IL BILANCIO – «Ho fatto cose buone, altre meno. Il Milan mi ha dato molto, io forse potevo fare di più. Mi dispiace per la finale di Vienna nel 1995. Mi ero infortunato, magari giocavo contro l’Ajax e vincevamo. Chissà…».

GLI INIZI – «Stavo male. Problemi con la lingua, la città, il cibo. I nuovi compagni e il campionato diverso. Io ero alla Stella Rossa, avevo vinto una Coppa dei Campioni. Dovevo andare alla Juve, poi alla Roma, poi al Monaco in Francia. Ma ho scelto il Milan, è venuto il ds Ariedo Braida e abbiamo fatto in fretta. Ho accettato, poi a Milanello mi sono venuti i dubbi…».

ESORDIO COL 5-4 A PESCARA – «Certo che la ricordo. Anche i gol. Il primo l’ha segnato Allegri, poi ha pareggiato Maldini, poi ne ha fatti un sacco Van Basten. Sai, Marco ne faceva tre-quattro per volta».

MILAN E STELLA ROSSA – «Ho giocato molto, ho vinto molto. Tre titoli a Belgrado, tre scudetti con il Milan. Ho giocato la mia prima partita a San Siro con la Stella Rossa in Coppa Campioni, ottavi di finale, nell’ottobre 1988. Spettacolo emozionante, ma io non ero in gran forma. Facevo il militare, mi alzavo alle 5 del mattino, c’erano orari pazzeschi, squilibrati, mi allenavo poco e male. Il migliore quella volta è stato Dragan Stojkovic, il mio grande amico Pixi. Quel Milan era molto forte, poi ha vinto la coppa».

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